Botte in famiglia, ma stavolta sotto accusa ci finisce la moglie

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Un matrimonio lampo. Durato 7 mesi e finito in Tribunale con un’accusa di maltrattamenti. Ma il coniuge alla sbarra è la moglie, una 57enne originaria della Puglia, residente nel pesarese, disoccupata.

A denunciarla è stato il marito, di vent’anni più grande di lei, ex dipendente statale, rimasto vedovo. Secondo il suo racconto, la donna, in quella manciata di mesi di vita coniugale, si sarebbe mostrata da subito aggressiva. Una rabbia che sarebbe stata scatenata da rapporti famigliari tesi con i suoi fratelli e che lei avrebbe sfogato sul marito, reo, a suo dire, di non spalleggiarla. Così ogni giorno il 70enne sarebbe stato bersagliato di insulti e auspici di morte. Lui che era reduce da un infarto.

"Devi marcire in un letto" gli avrebbe augurato la moglie. Il marito, stanco di quella violenza, l’aveva invitata a lasciare la casa. E lei aveva raccolto l’invito solo in parte. Si era spostata in un’altra stanza dell’appartamento, abbandonando il letto coniugale. Un giorno, al culmine dell’ennesima litigata, l’imputata sarebbe passata alle violenze fisiche mordendo il 70enne a un braccio e sferrandogli due calci alle gambe. La vittima era poi andata al pronto soccorso a farsi medicare. Poi però aveva deciso di dire basta. Su tutti i fronti. Così ha avviato la causa di separazione e denunciato la moglie per maltrattamenti. Il 70enne, assistito dall’avvocato Cristina Di Donfrancesco, si è costituito parte civile e ha chiesto 5mila euro di risarcimento danni. "È una cifra simbolica – ha spiegato il legale – al mio assistito interessa solo avere giustizia". e. ros.