Pesaro, picchia la moglie davanti ai figli: indagato uno dei capi della moschea

Lui avrebbe spiegato: "Non la picchio, sono cose che succedono quando una coppia litiga". Ma la donna e i bambini sono stati portati in una casa protetta. Per lui il divieto di avvicinamento

Pesaro, 14 dicembre 2022 - "Non la picchio... è capitato solo di averle dato qualche schiaffo...una cosa che può succedere quando una coppia litiga". Così si sarebbe giustificato unodei dirigenti di una moschea del Pesarese, un uomo di origini marocchine, quando le forze dell’ordine si sono presentati a casa sua, intervenute dopo una richiesta di aiuto. A comporre il numero d’emergenza, i primi di dicembre, non è stata la moglie, una donna italiana convertita all’Islam, destinataria di quel ceffone, e neppure un vicino attirato dalle grida o dal rumore. Ma uno dei figli, a quanto sembra, tutti minorenni, della coppia. E’ stato lui, o lei, a prendere il telefono e a chiedere aiuto perchè "papà sta picchiando la mamma". A sentire quella vocina spaventata, le divise si sono precipitate sul posto. E quando hanno bussato alla porta e sono entrati per verificare quello che stava succedendo, si sono sentiti dare quella risposta dall’uomo. Quella con cui avrebbe affermato che uno schiaffo non vuol dire picchiare, non è maltrattare, ma è una reazione normale, quasi naturale, quando due coniugi hanno diversità di vedute. Il fatto è che a prendersi i ceffoni sarebbe sempre stata la donna. Sia quella sera della telefonata del figlio, ma, a quanto sarebbe emerso, anche tante altre sere. La mamma però di fronte agli agenti non avrebbe confermato il racconto del figlio, ma minimizzato l’accaduto. Il piccolo invece avrebbe aggiunto anche altro e cioè che anche con lui e i suoi fratelli e sorelle il padre aveva spesso la mano pesante.

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Donna vittima di violenza (foto d’archivio)
Donna vittima di violenza (foto d’archivio)

La versione della madre non è bastata alle forze dell’ordine le quali hanno portato il caso in procura. E il pm Marino Cerioni ha ritenuto che la situazione fosse così a rischio da disporre il trasferimento in una casa protetta della donna e dei figli. Al padre invece ha imposto il divieto di avvicinamento. Maltrattamenti in famiglia l’ipotesi di reato riportata sul fascicolo. Carte che ora sono finite davanti al Tribunale dei minorenni di Ancona, presieduto dal giudice Vincenzo Capezza. L’altro ieri era il giorno in cui si sarebbe dovuto ascoltare l’uomo, ma, per motivi che non sono ancora stati resi noti, il dirigente della moschea non si sarebbe presentato. Questa mattina invece è il turno della moglie e presunta vittima di quelle violenze. Che da quella sera non ha più avuto contatti col coniuge ed è sempre rimasta con i figli al sicuro nella casa protetta. Chissà se anche oggi ridimensionerà l’accaduto e tutti gli altri episodi riferiti dal piccolo. O se invece racconterà di essere stata picchiata o maltrattata dal marito. Il quale, lui per primo, ha ammesso quello schiaffo, anzi, quegli schiaffi. Negando però che possano definirsi violenza, ma atti normali tra coniugi. Peccato per lui però che in Italia i ceffoni tra moglie e marito non sono ammissibili. Sono violenza. Illegale e punita dalla legge.

e. ros.