Botte quando era incinta Lei reagisce e lo denuncia

Violenze per tre anni, fino ad arrivare alla frattura di una vertebra. Coinvolto anche il figlio. Divieto di avvicinamento nei confronti del marito

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Picchiata anche quando era incinta. Botte e violenze per anni fino al giorno in cui l’ha fatta cadere e schiacciata a terra provocandole la frattura della vertebra. È il racconto di una relazione da incubo quello fatto da una 24enne pesarese contro suo marito, di 25 anni, denunciato per maltrattamenti e lesioni aggravate. Colpito dalla misura del divieto di avvicinamento, ieri è stato il giorno dell’interrogatorio di garanzia. Ma il giovane non ha dato la sua versione, scegliendo di avvalersi della facoltà di non rispondere. Dalla denuncia della donna e mamma di un bimbo molto piccolo, emerge che i maltrattamenti sarebbero andati avanti per tre anni, dal 2019 fino a giugno scorso. Diversi gli episodi in cui il compagno l’avrebbe colpita a schiaffi, spinte e con lancio di oggetti. Anche quando aveva il pancione. A rischiare poi è stato anche il figlio che spesso si è trovato in mezzo a quelle liti. Un giorno, in un attacco di ira, il 25enne avrebbe anche distrutto un gioco del bambino. Poi si sarebbe accanito sulla compagna, spingendola contro il muro e facendole sbattere le costole contro la porta. Il tutto minacciando di spaccarle la testa. Alla fine però le ha fratturato la prima vertebra. Ma non si sarebbe fermato neppure quando lei era già sul pavimento, inerme. Avrebbe infierito, sempre secondo quanto riferito dalla convivente, sferrandole calci alle gambe. Ricorsa alle cure del pronto soccorso, la donna si è vista riconoscere dai sanitari una prognosi di 30 giorni.

Tra le lesioni, anche un trauma contusivo alla parete toracica. All’ennesima violenza, la 24enne ha deciso di mettere fine al suo inferno domestico. E si è presentata dalle forze dell’ordine per sporgere querela. La procura ha così aperto un fascicolo contro il compagno, accusandolo di maltrattamenti e lesioni aggravate dal rapporto di convivenza e dall’aver commesso quelle violenze anche sotto gli occhi del loro piccolo.

e. ros.