Per il Ferragosto appena passato e per l’assalto ai fiumi in cerca di refrigerio c’è anche un’altro piano di lettura: "Le centinaia di bagnanti in riva al fiume a Cagli o i canoisti al Furlo stanno tutti festeggiando con l’acqua millenaria estratta dal pozzo del Burano. Dovrebbero sapere, invece, che questi sono solo fiumi artificiali e che bisognerebbe protestare, invece tutti sono felici di bagnarsi con questa acqua fresca osservando un artificiale fiume azzurro che scorre".
Il pensiero è di Progetto Acqua, community che da decenni ha a cuore la risorsa idrica e lo stato dei fiumi della provincia. "La politica di Pesaro anche questa volta ha trovato l’acqua – continuano da Progetto Acqua –, anche sta volta la montagna ha partorito il topolino, e a qualcuno è sembrata una soluzione geniale per la sete che ormai ci attanaglia. È bastato semplicemente aprire i pozzi profondi del Burano e di Sant’Anna, da cui vengono pompati 450 litri al secondo che risultano determinanti per il fabbisogno di 1.000 litri di acqua al secondo di cui ha bisogno la Provincia di Pesaro-Urbino. Si tratta, però, di acque millenarie nascoste nella profondità della Terra e per riformarle ci vorranno altrettanti anni. Stiamo facendo il peggio del peggio. Infine gli addetti ai pozzi non forniscono al pubblico i valori di pressione e di portata, che dovrebbero invece essere trasparenti per fare stime di quanto tempo abbiamo ancora".
L’analisi di Progetto Acqua non lascia scampo all’ottimismo: "Il futuro non può essere quello delle autobotti. Siamo una Provincia che non ha più alcuna risorsa idrica e non ha neanche un progetto serio e sostenibile per il futuro. Senza acqua non ci sono prospettive in nessun settore, senza acqua non c’è futuro per nessuno. Cavalcando l’ignoranza generale sul tema più importante per la nostra vita, i nostri politici sfruttano in emergenza le ultime risorse strategiche. Eppure, durante l’anno, i nostri fiumi continuano a gonfiarsi portando acqua al mare ma noi non siamo in grado neanche di raccogliere questa ultima risorsa e di accumularla in tanti bacini diffusi nel territorio, evitando obsolete dighe e senza toccare il corso fluviale. Noi invece pensiamo che quell’acqua profonda dovrebbe stare al suo posto per proteggere l’equilibrio del sottosuolo che e` regolato da leggi spesso sconosciute. Veramente non ci resta che piangere, pensando al futuro idrico della Provincia di Pesaro-Urbino".
Andrea Angelini