CronacaBurioni sta con il primario di Pesaro Gnudi: "I no vax fanno schifo anche a me"

Burioni sta con il primario di Pesaro Gnudi: "I no vax fanno schifo anche a me"

Il virologo ha rilanciato l'articolo del Carlino sullo sfogo del collega, esprimendogli tutta la sua solidarietà

Da sinistra: il professor Roberto Burioni e il primario di Pesaro Umberto Gnudi

Da sinistra: il professor Roberto Burioni e il primario di Pesaro Umberto Gnudi

Pesaro, 3 dicembre 2021 - Il dottor Umberto Gnudi, primario del pronto soccorso del San Salvatore di Pesaro anche oggi è al suo posto, tra malati in serie di covid che non respirano, persone con fratture per incidenti, o con sospetti infarti. Il suo sfogo social di ieri notte ("no vax, mi fate schifo"), ha sollevato migliaia di commenti, e la stragrande maggioranza sono stati di solidarietà e approvazione. Come quello del professor Roberto Burioni che, rilanciando stamane l'articolo del Carlino sullo sfogo del dottor Gnudi che parlava dei no vax come di persone che avrebbe continuato a curare pur facendogli schifo, ha scritto: "La mia solidarietà al collega Umberto Gnudi, primario del Pronto Soccorso dell'ospedale di Pesaro e in prima linea da due anni contro il Covid. Se stanno male ovviamente li curo, ma i no-vax (e pure chi gli liscia il pelo) fanno schifo anche a me".

Intanto, lo stesso presidente dell'Ordine dei medici di Pesaro Paolo Battistini ha detto al Carlino: "Io sto con Gnudi, approvo il concetto di ciò che ha detto e non intendo dar corso agli esposti che ci stanno giungendo contro di lui". E questa mattina il dottor Gnudi ha commentato sui social a proposito del suo sfogo: "Visto il ruolo che ricopro al momento, ho sbagliato a sfogarmi su Facebook (arena di beceri scontri) e con toni crudi e sgradevoli. Ammetto il mio errore".

"Non rinnego il contenuto, ma devo qualificarlo: le mie invettive non erano per il non vaccinato tout court (conosco per esperienza i mille distinguo), ma per chi - per ignoranza, o peggio ancora per tornaconto - diffonde informazioni false, gettando nel caos le persone che non hanno gli strumenti critici intellettuali per farsi un’idea propria. La stretta al cuore che senti quando il paziente ti dice “non ho fatto il vaccino perché non ci ho capito niente” è terribile.  È ovvio che curo chiunque al massimo delle mie capacità: il fumatore, l’alcolista, il no vax. Ma come non posso empatizzare con l’ubriaco che investe con l’auto una scolaresca, così non posso farlo col no vax che contagia persone fragili, magari cui il vaccino è impedito dalla condizione clinica. In questi venti mesi abbondanti ho visto troppa gente morire boccheggiando col terrore negli occhi. Sapere che c’è un modo per evitarlo, ma la gente lo rifiuta, è troppo da sopportare in silenzio. Sono un medico, un direttore di Pronto soccorso, ma in fondo sono solo un uomo".