di Benedetta Iacomucci C’è un’altra fuga di camici bianchi che si registra in queste ore nella galassia sanitaria del nostro territorio. Dopo i medici di Pronto soccorso, l’abbandono della nave riguarda i medici del Dsm, il Dipartimento di salute mentale. Sarebbero addirittura otto i camici bianchi in fuga: tre già in pensione o prossimi al riposo; quattro dimissionari e uno in aspettativa. Una carenza che si innesta su un altro problema che sta creando scompiglio tra i lavoratori della Psichiatria di Fano e di cui si parlerà nel corso di un incontro previsto per lunedì tra il direttore dell’Area Vasta 1 Romeo Magnoni e i rappresentanti sindacali. In sostanza i sindacati chiedono di sapere il motivo dell’annunciato ricollocamento del personale della Psichiatria di Fano. Questo, al momento, è infatti l’unico dato certo, perché quanto alle cause, siamo ancora alle ’voci’, che parlano in maniera insistente della imminente chiusura della struttura per lavori di ristrutturazione. Nel frattempo il personale finora impiegato a Fano – tra i quali 12 infermieri e 6 operatori sociosanitari – dovrebbe essere smistato’ in altre strutture dell’Area Vasta 1. E l’Spdc (Servizio psichiatrico di diagnosi e cura) sopravvivere a Pesaro. Almeno fino a quando non si dovranno fare nuovamente le valigie per trasferirsi a Fano e lasciare che il cantiere per il nuovo ospedale di Muraglia veda la posa della prima pietra. Fano che, a quel punto, passerebbe dagli attuali 12 posti letto a 20 (inglobando parte dei 14 posti di Pesaro), con l’idea di destinare 23 posti all’assistenza dei minori, ora mancante. Ma il sospetto fondato è che si prenda la palla al balzo per accorpare la Psichiatria definitivamente, alla luce delle gravissime carenze a livello di personale medico che renderebbero molto complicata la copertura dei turni su due presìdi, per i quali sono necessari 12 medici che al momento mancano o mancheranno. "Quello che davvero vorremmo cercare di capire – spiega Alessandro Contadini, Cisl Fp – è se siano previsti dei lavori a Fano o se il problema dipenda dalle carenze a livello di organico. Perché finora non abbiamo avuto modo di vedere documenti ufficiali relativi a interventi edlizi, ma si parla soltanto di ricollocare il personale". Un altro dubbio da sciogliere è: si tratta di una chiusura definitiva o temporanea? E se fosse temporanea, per quanto tempo? Dubbi condivisi anche da Massimo Ragni, Fp Cgil, e Angelo Aucello, Uil Fpl. Intanto dall’Asur si limitano a replicare che la questione è ancora aperta e che si sta ragionando sul da farsi. Risposte più chiare, probabilmente, emergeranno dal tavolo di confronto di lunedì prossimo. Ma è chiaro che, dopo la chiusura della Psichiatria di Pesaro per tre mesi durante la pandemia, questo ennesimo stravolgimento non potrà non creare ulteriori tensioni. E non solo tra i dipendenti dell’azienda sanitaria, ma anche tra i cittadini e utenti.