Cantiano, il coraggio è più forte del fango Gli imprenditori: "Ripartiamo, ma aiutateci"

Viaggio nel paese disastrato dall’alluvione a 15 giorni dall’evento. Il carpentiere: "Con un po’ di liquidità e nuove macchine ricomincio"

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di Mario Carnali

A quindici giorni dalla grande alluvione che ha colpito il Catria e Nerone ed in particolare Cantiano, il paese vuole ripartire. "Stiamo cercando di tornare alla normalità – dice Peter Santini Simoncelli della Costruzioni Meccaniche di Cantiano – grazie all’aiuto dei volontari, gente comune, Protezione Civile e Vigilio del Fuoco, tutti stupendi. Adesso speriamo negli aiuti governativi. Se non si riparte subito Cantiano è in ginocchio, tornerà disoccupazione e molti altri emigreranno". "Abbiamo lavorato molto – afferma Marcello Vallarelli della Vetreria Cantianese, la fabbrica con il più alto numero di occupati di Cantiano – per liberare l’azienda da detriti e fango. Ora il lavoro è concentrato a recuperare e far ripartire i vari impianti più tecnologici. Cerchiamo di salvare il salvabile per ripartire. Non possiamo ipotizzare previsioni".

Un piccolo laboratorio di carpenteria meccanica è in fase di ripartenza: "La mia piccola attività piano, piano sta ripartendo – dichiara Oscar Panunzi – il mio camioncino, muletto, materiale e alcune macchine sono state sommerse da oltre un metro di acqua e fango, inutilizzabili. La ditta cui fornisco i miei semilavorati mi ha portato una saldatrice e con gli aiuti riacquisterò le macchine nuove per ripartire a pieno ritmo". E il titolare della Hygron, ingrosso di materiali edili e prodotti per riscaldamento, Roberto Parlanti: "Stiamo ripristinando le infrastrutture interne, abbiamo tolto il fango e contiamo di ripartire lunedi o martedi, anche se il pellet il più richiesto in questi giorni, è andato tutto sott’acqua. Due bilici con pellet appena arrivati, sono spariti. Stanno arrivando nuove stufe perché i fornitori ci aiutano come i tanti volontari, vigili del fuoco e Protezione Civile. Ora l’aiuto più importante e immediato lo aspettiamo dalle Istituzioni. Ripartire è possibile ma anche se riusciremo a far fronte finanziariamente ai tanti danni subiti". Benito Izer il coordinatore delle Misericordie d’Italia: "Abbiamo fatto una turnazione settimanale di circa venti unità, con ruspe, bob Kart ed altre attrezzature. Siamo arrivati con unità dalla Calabria al Nord Italia, tutte le Regioni hanno inviato unità". Altro comando nell’emergenza quello dei Vigili del Fuoco: "Abbiamo operato con squadre numerose provenienti da varie Regioni – afferma Fabrizio Castellucci attuale Comandante Operativo della Caserma di Pesaro – siamo intervenuti con due gruppi, interventi di movimento terra per ripristinare la viabilità nelle frazioni isolate a causa delle frane, liberare i ponti dai detriti e un altro per interventi nelle emergenze createsi nei primi giorni. La prima emergenza è finita e stiamo ultimando le situazioni rimaste in coda e stiamo completando il lavoro di soccorso urgente".

Eccoci nel centro di Cantiano, parla la famiglia Boldreghini, ex mugnai, con l’abitazione tra la confluenza del Tenetra e il Bevano: "Abbiamo perso tutto elettrodomestici – afferma Nadia Boldreghini – il primo piano è stato invaso dall’acqua che non riusciva a defluire sotto il ponte della Flaminia verso il Burano. Dalla finestra abbiamo visto incastrarsi di tutto, auto, tronchi e tanti oggetti che si fermavano sotto il ponte. Una grande paura, una piena così non l’avevamo mai vista. Bravi i Vigili del Fuoco che ci hanno subito aiutato e grazi ai volontari".

Salendo verso la piazza con il centro ormai quasi tutto ripulito dal fango, è ancora alta la piena che si forma dopo la confluenza del Tenetra e Bevano, un punto molto critico dove ancora è ben visibile la grande voragine che si è formata in quei primi momenti della grande alluvione che a Cantiano ricorderanno per molti decenni.