Caporalato nelle Marche, imprenditore arrestato

Lavoro nero e sfruttamento per la vendemmia nelle campagne pesaresi e anconetane

Caporalato nelle Marche, i lavoratori vivevano in condizioni degradanti

Caporalato nelle Marche, i lavoratori vivevano in condizioni degradanti

Fossombrone (Pesaro e Urbino), 11 ottobre 2018 – Dieci ore al giorno nei campi a raccogliere l’uva per 5 euro l’ora invece dei 9 previsti dal contratto. Un solo pasto caldo al dì e riposo su materassi adagiati a terra in condizioni degradanti. Erano queste le condizioni lavorative cui U.T:, imprenditore pakistano di 27 anni residente ad Arcevia, sottoponeva i lavoratori. L’uomo è stato arrestato ieri mattina dai carabinieri con l’accusa di intermediazione e sfruttamento di manodopera.

Caporalato. L’indagine, svolta tra settembre e ottobre, ha preso in esame l’entroterra delle province di Ancona e Pesaro e Urbino. In queste zone l’uomo approfittava dello stato di bisogno in cui versavano immigrati richiedenti protezione internazionale per reclutare manodopera a basso costo.

Lo incastrano le riprese video nei campi, dove venivano violate ripetutamente le norme in materia di sicurezza. L’arresto è scattato dopo l’ispezione in un vigneto delle campagne di Isola di Fano, a Fossombrone. Lì i carabinieri hanno sorpreso nove lavoratori extracomunitari impegnati nella vendemmia. Due di loro lavoravano in nero. I militari hanno notificato sanzioni amministrative per 8mila euro e la sospensione dell’attività imprenditoriale.

L’arresto è stato convalidato e il giudice ha disposto nei confronti del pakistano la custodia cautelare in carcere a Monteacuto.