Pesaro, pc confiscati ai detenuti cronisti. Il giornale esce scritto a penna

Pacifica protesta della redazione nel carcere di Villa Fastiggi

Computer confiscati

Computer confiscati

Pesaro, 13 febbraio 2019 - Una protesta in punta di penna. Gandhiana. A firmarla i detenuti-cronisti del carcere di Villa Fastiggi. Meglio: la redazione di ‘Penna Libera Tutti’, il periodico confezionato dagli ospiti della casa circondariale di Pesaro. Redazione alla quale sono stati confiscati gli attrezzi del mestiere: gli hard disk dei pc. La reazione: scrivere il giornale a penna. Giornale che uscirà in questo weekend (e come tutte le altre volte) abbracciato dalle pagine del settimanale interdiocesano ‘Il Nuovo Amico’. Fogli sui quali, stavolta, sono spalmate pagine di articoli manoscritti.

«Questo numero – sta scritto sulla prima pagina di ‘Penna Libera Tutti’ – esce in forma pre-Gutenberg, l’inventore della stampa a caratteri mobili, non per cifra stilistica vintage oggi molto di moda ma perché in redazione non abbiamo più i computer». Quindi, la spiegazione della scelta: «Nel mese di novembre – si legge sempre nello stesso articolo di ‘Penna Libera Tutti’ – durante un’ispezione di routine è stata riscontrata la manomissione della password ‘administrator’, manomissione fatta in buona fede nel tentativo di correggere delle anomalie che si verificavano nei software». Ancora: «E’ ovviamente comprensibile la misura di confisca per le opportune verifiche ed è altrettanto comprensibile che nel posto in cui siamo e con l’accessoria burocrazia complicata e poco veloce, gli interventi possano non essere snelli, ma di fatto sono passati tre mesi». La conclusione: «Non vogliamo tediarvi ma una spiegazione ve lo dovevamo, quindi vi auguriamo comunque una buona lettura e se vorrete provare ad analizzare la nostra grafia magari ci conoscerete meglio».

Roberto Mazzoli, direttore del settimanale interdiocesano e cattolico che ospita ‘Penna Libera Tutti’, non è caduto dalle nuvole. Spiega: «La scelta di pubblicare l’intero numero di Penna Libera Tutti in forma autografa e non dattiloscritta nasce come protesta pacifica da parte della redazione del carcere di Villa Fastiggi. Dopo il sequestro dei computer i ragazzi hanno chiesto spiegazioni per capire qualcosa di più. Tuttavia non riuscendo ad avere risposte sulla tempistica di restituzione hanno ideato una originale forma di protesta molto intelligente e se vogliamo anche simpatica. L’unico obiettivo è sensibilizzare l’opinione pubblica all’interno ed all’esterno del carcere e riottenere questa minima dotazione informatica».

Una redazione, quella di ‘Penna Libera Tutti’, costruita mollichina su mollichina. Assemblata un tassello alla volta. E poi decollata come un jet anche oltre le sbarre. Planando sul mondo fuori. E sdoganando quell’atavica incomprensione che coglie guardando un carcere da fuori. Il periodico ha conquistato già le scuole del Pesarese. Che sono entrate in quella realtà. Decine e decine di alunni hanno corrisposto con la redazione e, in qualche modo, hanno messo il naso al suo interno. «Lavorando molto seriamente a questo compito – spiega una specie di editoriale di questo numero – abbiamo scelto di uscire ugualmente così». Nessuna polemica, solo voglia di esprimersi. Scrivere. Nessuna percussione alle inferriate. Solo mano alla penna a sfera. E la protesta pacifica ha preso carattere. «Per la prossima uscita – auspica Mazzoli – speriamo di riottenere la dotazione informatica». Quella che serve a stendere gli articoli, poi riversati, tramite una pennetta, alla redazione del settimanale interdiocesano. Dopo la confisca, niente più hard disk. Solo scatole vuote a forma di pc. E una protesta silenziosa strillata in punta di penna.