Urbino, cardiologo arrestato per abusi sulle pazienti. E' l'ex primario

Nove i casi, tutte donne, tra cui due minorenni di 12 e 16 anni. L'avvocato del medico: "Persona perbene, è sereno"

Il cardiologo, ex primario di medicina, Valentino Ferri

Il cardiologo, ex primario di medicina, Valentino Ferri

Urbino, 19 gennaio 2019 - Doveva prendere i battiti cardiaci. Solo che diceva alle pazienti di togliersi i pantaloni. C’era qualcosa che non andava fin dalle premesse nel modus operandi del dottor Valentino Ferri, 68 anni, sposato, cardiologo, residente a Peglio, ex primario di medicina e ora agli arresti domiciliari perché accusato di aver palpeggiato piuttosto che esaminato 9 pazienti, tutte donne. Tra cui due minorenni di 12 e 16 anni. Proprio la madre di quest’ultima, presente all’interno della stanza al momento della visita della figlia che intendeva avere il certificato di sana e robusta costituzione per la pratica sportiva, si è accorta di qualcosa di sbagliato nelle mosse del medico. Al momento non ha fatto domande, ma quel sospetto non l’ha abbandonata per qualche giorno fino a quando è andata dai carabinieri del paese a far conoscere i suoi dubbi. Che non sono stati sottovalutati. La procura della Repubblica di Urbino, pm Irene Lilliu, ha chiesto e ottenuto di far mettere subito sotto controllo i telefoni del medico e anche gli ambulatori dove riceveva le pazienti con l’installazione di almeno sei telecamere. Nel giro di due mesi e mezzo, da ottobre a dicembre, sono entrate tante giovani donne per sottoporsi a controllo e per ottenere il via libera per fare attività sportiva. Ma tutte o quasi (solo le anziane e i maschi non avevano alcun trattamento particolare) venivano sottoposte dal medico ad un approfondito esame partendo dall’arteria femorale che si trova vicino all’inguine. Inoltre, al momento di valutare la pressione sanguigna al braccio, il medico avrebbe avvicinato i genitali alla mano aperta della paziente sottoposta al controllo della pressione. Una pratica che le telecamerine hanno ripreso in maniera consuetudinaria.

Per questo, visto che il medico svolgeva anche attività domiciliare, la procura ha chiesto e ottenuto dal gip De Leone la firma dell’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari per evitare la reiterazione del reato di violenza sessuale aggravata. Che sarebbe avvenuto sempre all’interno dei due ambulatori privati dove riceveva le pazienti. Nessuno di chi lavorava accanto si era mai accorto di qualcosa di strano né aveva sentito proteste delle pazienti. Non c’è stato nemmeno qualcuno che si sia accorto dell’ingresso notturno dei carabinieri per installare le telecamere. Soltanto l’altro ieri, due carabinieri si sono presentati nell’ambulatorio di Sassocorvaro, vicino a Urbino, invitando il medico a seguirli in caserma. Poi sono tornati a prendere i computer e a smontare le telecamere. Ora lunedì o martedì è previsto l’interrogatorio di garanzia per valutare se possono esserci ancora le esigenze cautelari.

Il difensore, avvocato Mauro Gregorini, che ha assistito alla perquisizione in casa del medico e alla notifica dell’ordinanza di custodia, spiega: «Il dottor Ferri è una persona perbene. Non si sente minimamente responsabile degli addebiti che gli vengono mossi ed è sereno. Sa bene che sono accuse gravi ma siamo fiduciosi di poter dimostrare la piena legittimità delle sue azioni. Quelle pratiche effettuate alle sue pazienti non hanno niente di vietato o di sbagliato. L’accusa si basa su una consulenza medica che ha dato un giudizio negativo a quelle pratiche ma non ha escluso che si possano fare. Quindi, andremo a confrontarci in maniera serena».