Carenza di personale e incertezze "Ceriscioli, sposta la campanella"

Far slittare il calendario di 2 settimane è la richiesta inviata dal sindacato Gilda al governatore delle Marche. Cesaretti: "Difficile lavorare sulla sicurezza". Come attuare sanificazione e ingressi scaglionati senza bidelli?

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"Prendere in seria considerazione l’opportunità di posticipare l’inizio della scuola come già disposto da alcune regioni". E’ la proposta del sindacato Gilda degli Insegnanti per la provincia di Pesaro e Urbino, inviata per lettera dal coordinatore Paolo Cesaretti agli enti competenti cioè quelli che possono prendere realmente questa decisione (Regione e il Governatore delle Marche Luca Ceriscioli). Secondo la sigla sindacale il nodo nevralgico, tutto da sciogliere a ridosso dell’imminente inizio di nuovo anno è l’attuale carenza di personale e l’incognita gigantesca relativa all’organico aggiuntivo che arriverà. "Se arriverà" osserva Cesaretti. Quello della carenza di personale in servizio in tempo per l’inizio della scuola è un tema in verità trasversale perché impatta in modo molto concreto nell’organizzazione delle scuole. Basti fare qualche esempio.

Il liceo artistico Mengaroni, per esempio, non sa ancora se avrà i sei collaboratori scolastici in più che gli serviranno non solo per sanificare ogni ora i bagni ma anche per gestire le entrate scaglionate degli studenti. Per evitare assembramenti la grande scuola in centro storico ha disposto cinque accessi diversi per una fascia d’ingresso scaglionato per classi tra le 7.50 e le 8.20. Fino a quando non ci saranno i nuovi bidelli, a far rispettare il distanziamento la preside ha chiesto la collaborazione di tutti quelli nelle possibilità di farlo ottenendo la disponibilità di alcuni insegnanti. In un Istituto comprensivo pesarese per esempio, per avere la disponibilità massima del personale la didattica è stata organizzata su cinque giorni e il sabato a casa. Ma la settimana corta non è piaciuta ad alcuni genitori che hanno ipotizzato, a caldo, di trasferire i figli altrove...se non avessero già acquistato i libri di testo. Insomma ogni decisione ha un impatto più o meno rilevante. In particolare posticipare l’inizio del nuovo anno secondo Cesaretti, non solo eviterebbe la chiusura delle scuole sedi di seggio elettorale quattro giorni dopo la riapertura, ma abbasserebbe il rischio di contagio.

"Il rientro dalle vacanze – spiega Cesaretti – è avvenuto indicativamente tra la fine di agosto e la prima settimana di settembre. Dal momento che l’incubazione da Covid19 è di una quindicina di giorni, forse il rientro a scuola così a ridosso del rientro dall’esodo vacanziero non è molto previdente. A fine settembre l’immagine del contagio sarebbe stata più veritiera". In generale però, la richiesta del sindacato resta salda sul tema centrale: la disponibilità (scarsa) di personale. "Ulteriori giorni preziosi servirebbero per mettere in atto, al meglio e con tempi realistici, la riapertura in sicurezza delle scuole. Soprattutto – conclude Cesaretti – avverrebbe il completamento degli organici del personale scolastico. Infatti, ci saremmo aspettati che le procedure di arruolamento, almeno in un anno come quello caratterizzato dall’emergenza sanitaria venissero accelerate. Ce ne siamo accorti con i corsi di recupero: molti sono stati coperti da personale di ruolo perché quello destinatario di contratti annuali non è stato nominato".

Solidea Vitali Rosati