"Cari politici non basta Tik Tok per comprarci"

Quattro ventenni pesaresi commentano le manovre dei leader per accaparrarsi i voti dei giovani: "E’ una specie di presa in giro"

di Giorgia Monticelli

Da Carlo Calenda a Matteo Renzi passando per Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni, ormai nessuno sembra voler rinunciare al mondo di TikTok che racchiude al suo interno un bacino di giovanissimi elettori che sembrano far gola a quasi tutti gli aspiranti presidenti. Un atteggiamento non casuale visto che dallo scorso 18 ottobre è stato soppresso il limite minimo dei 25 anni di età per il voto al Senato e sono quindi chiamati, per la prima volta, al rinnovo dei componenti del Senato della Repubblica anche i 18enni.

"Forse è per questo che tutti i politici sembrano essere alla disperata ricerca di consensi sui social, soprattutto quelli maggiormente frequentati da noi giovani – commenta la ventenne Melissa Ferri, studentessa di Scienze Politiche all’università di Bologna -. Si nota che l’unica finalità che hanno è quella di ottenere consensi. Peccato che noi cerchiamo rappresentanza. Bene all’utilizzo dei social come strumento di propaganda politica – continua Ferri – ma usufruire di questi mezzi solo in periodi di campagna elettorale rende il tutto unicamente legato alla corsa disperata verso i voti e la vittoria politica".

Insomma, per alcuni giovani lo sbarco dei politici sui social sembra rappresentare "una specie di presa in giro, ma per avere il nostro consenso serve molto di più", ha rimarcato Maika Marini, di diciannove anni e studentessa di Lingue e Letteratura Straniera a Trieste che domenica 25 settembre non potrà andare a votare perché, come da lei spiegato: "la mia università, che dista ben 7 ore da Pesaro, ha fissato un appello di esame proprio lunedì 26 settembre – dice -. Non posso pensare di dover fare 14 ore di viaggio (tra andata e ritorno) per votare. Sono nella mia stessa situazione anche tanti altri giovani che purtroppo saranno privati di un diritto".

A votare, invece, ci andrà sicuramente il ventenne Riccardo Bernardi, studente di Scienze Politiche all’università la Sapienza di Roma che continua: "Non ho dubbi, la coalizione di centro-sinistra, specialmente il Partito Democratico, avrà il mio voto perché credo sia quella più vicina alle esigenze dei giovani. Il fatto che la campagna elettorale sia così corta però – continua Bernardi -, rende la sfida estremamente difficile, soprattutto per il convincimento di noi giovani".

A condividere la stessa idea è anche la 18enne Elisa Banini, che frequenta il liceo Mamiani di Pesaro. Per lei è impensabile votare un partito "che continua a dimostrarsi contro i diritti sull’aborto o al Ddl Zan. Per non parlare del concetto di famiglia tradizionale, continuamente rimarcato da alcuni leader, tra questi sicuramente al primo posto Giorgia Meloni. A destra vedo molta attenzione verso quelle che sono le fasce adulte, gli over 60 per intenderci. A sinistra, invece, noto maggior attenzione ai bisogni della mia generazione come, ad esempio, l’aiuto economico ai giovani under 35 proposto dal PD".

"Ad ogni modo – conclude Melissa Ferri – invito tutti i miei coetanei a svolgere il proprio dovere recandosi alle urne il 25 settembre. Vedo molta confusione e indifferenza nei confronti del voto. Molti sono scoraggiati, invece è proprio adesso che bisogna agire".