"Caro sindaco ecco l’altra lista delle priorità"

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Alessandro

Bettini*

Leggendo della volontà del sindaco Ricci di ribaltare la città grazie ai contributi statali che dovrebbero arrivare a breve, ho provato un brivido alla schiena e un profondo smarrimento. L’aspirazione del sindaco di lasciare un segno indelebile nella città non è di buon auspicio, anche il sindaco Tombesi è ricordato per i segni, non certo positivi, che ci ha lasciato!

Cambiare la città per sempre, solo secondo la visione di Ricci, non è accettabile. La città è di tutti i pesaresi: di oggi, di ieri e di domani e le grandi trasformazioni vanno condivise e discusse con tutta la città e non decise secondo i sogni di una notte di mezza estate. Pesaro non è la città dei balocchi dove Ricci può dar sfogo alle sue passioni infantili di marketing, di organizzazione di eventi, di manifestazioni. Se Ricci vuole lasciare il segno tangibile a “Pesaro città della cultura 2024” non può pensare che ciò si realizzi con qualche evento passeggero o con il museo Dario Fo che con Pesaro nulla c’entra o con l’assurdo e costoso interramento della Statale. Metta mano, invece, a un grande, unico Museo della città nell’ex convento di san Francesco (il progetto di massima è a disposizione da oltre 15 anni!) dove raccogliere tutte le collezioni d’arte sparse nella città o accatastate nei depositi, altro che utilizzarlo per allestire l’ennesimo piccolo museo con le motociclette; si attivi, insieme al nuovo arcivescovo, per il recupero dei mosaici del duomo, patrimonio inestimabile, unico della città e del mondo (non risulta che vi siano altri mosaici sovrapposti di tale estensione); pensi, poi, al recupero dell’area di via Toscana, non come divertimentificio, ma come polo tecnologico che dia lavoro ai giovani; promuova una seria e radicale sistemazione del centro storico dando l’esempio con il recupero delle proprietà comunali del san Domenico e dell’ex carcere minorile. Dubito, però che ciò possa avvenire, molto più facile organizzare eventi e annunciare opere faraoniche come ci viene propagandato a scadenze cicliche piuttosto che mettere mano ad una vera città della cultura e del lavoro e non dell’apparire.

* ex consigliere comunale

Forza Italia