Caro Valentino, domani diventi grande

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Franco

Bertini

Forse Valentino Rossi non lo sa, ma domani è il giorno della sua incomparabile vita in cui diventerà anagraficamente grande. Non si diventa grandi ritirandosi dalle gare, tanto meno mettendo al mondo una figlia, cose che si possono fare ad ogni età. Si diventa grandi quando qualcuno ti invita, e tu accetti, di andare ad inaugurare il tuo monumento: non per celebrare te come sei ma te come sei stato. Quello che ostinatamente e insorabilmente aveva evitato di fare e da cui era fuggito per tutta la vita, ora sta accadendo: domani sera il "commendator" Valentino Rossi, già "Doctor" e "Cosmico", scenderà in città da Tavullia e inaugurerà ufficialmente, con tanto di nastro e di autorità presenti, il monumento al suo casco. Cioè a se stesso. Se gli avessero proposto una cosa del genere una ventina d’anni fa non avrebbe manco afferrato il senso della faccenda e avrebbe fatto finta di essere da un’altra parte del mondo, come gli capitava spesso. Lui veniva da un altro pianeta e non aveva giustamente idea delle abitudini terrestri. In quel periodo di mezzo fra i due titoli mondiali delle 125 e 250 e quelli delle 500, quando si stava trasformando in mostro, abitava ancora col padre Graziano in un piccolo appartamentino ricavato in un angolo della casa e se gli riferivano che Maurizio Costanzo, allora padrone assoluto della tv col suo show, chiedeva insistentemente di lui, rispondeva "ditegli che sono morto". Adesso i tempi ci propongono una cosa mai immaginata manco ciucciando la miglior droga colombiana: lunedì 25 luglio 2022, in un caldo pomeriggio di sole, accolto da una folla plaudente, Valentino Rossi, col sindaco Matteo Ricci e altre autorità, taglia il nastro che inaugura il monumento al suo "Casco della leggenda". Il signor Rossi si dichiara soddisfatto e felice della cosa che getta un ponte fra Tavullia e Pesaro nel nome del motociclismo e che vuol essere un auspicio per le future generazioni. Ma quale Rossi? L’unico che c’è. Quello del 46 e che il mondo era troppo piccolo per lui? Proprio quello. Ecco perché poi scoppiano le epidemie e i disastri climatici.