Carriera e figlio, minacce via social: "Partite dall’account del suo locale"

Così ieri in aula l’agente di polizia postale riferendo gli esiti delle indagini nel processo al ristoratore. Per la Procura si sarebbe inventato un profilo falso per simulare il reato. La difesa: "Non ci sono prove"

Pesaro, 7 dicembre 2022 - Le minacce contro di lui e il figlio inviate da un profilo social collegato a quello ufficiale di Carriera. Profili che avrebbero quindi la stessa "matrice", ovvero l’Ip, il codice numerico di internet e che risulterebbero anche fare capo allo stesso numero di telefono, quello intestato all’attività dell’imprenditore pesarese. È quanto ha riferito ieri in aula l’agente di polizia postale che ha svolto le indagini nel caso che vede Umberto Carriera a processo con l’accusa di essersi inventato le minacce contro se stesso e il figlio e di essersele inviate da un profilo social creato ad arte.

Umberto Carriera
Umberto Carriera

Di nuovo in Tribunale, quindi, a distanza di neppure un giorno, il ristoratore ribelle che l’altro ieri era sul banco degli imputati, insieme con la compagna, per rispondere di diffamazione contro un poliziotto. Ieri però Carriera ne aveva addirittura due di processi e sempre nelle vesti di imputato. Quello per diffamazione, su denuncia di Amerigo Varotti, direttore di Confcommercio, solo dichiarato aperto. E poi quello in cui la procura gli contesta la simulazione di reato. Il fatto risale ai giorni caldi delle proteste contro le restrizioni anti contagio. Proteste di cui Carriera era il leader. A gennaio 2021, rende noto di essere stato vittima di un messaggio preoccupante: "Se domani apri, ti facciamo male. Sappiamo dove va all’asilo tuo figlio". Denuncia, ma per la procura è tutto falso. Lo accusa di aver fatto partire quelle finte minacce da un account de ‘La macelleria’, uno dei suoi ristoranti. E ieri a ripercorrere le indagini postali è stato lo stesso agente.

Carriera, via al processo: "Inventò le minacce contro il figlio"

Ha detto che "l’account della Macelleria è stato ’volturato’ (ndr registrato) con un altro nome. Cosa che può essere fatta solo da chi ha l’accesso al profilo. E da lì è partita la minaccia. Inoltre profilo ufficiale di Carriera e quello ’falso’ fanno capo alla stessa utenza telefonica che risulta intestata alla società dell’imprenditore. Poi nel giorno in cui Carriera presentava il suo movimento all’hotel Alexander, è emerso che i due profili sono stati visualizzati a distanza di pochissimo tempo e dallo stesso telefono". "Carriera nega gli addebiti – spiega il difensore, l’avvocato Federico Bertuccioli -: è solo emerso che il profilo falso e quello reale si sono connessi alcune volte allo stesso indirizzo Ip, sempre riferibile a luoghi aperti al pubblico. Nel periodo in cui è stato ricevuto il messaggio, Carriera era costantemente seguito da uno staff che frequentava i ristoranti da lui gestiti. Riteniamo non ci sia prova che questa connessione derivi esclusivamente dal dispositivo personale di Carriera o aziendale e che quindi manchi la prova che si sia inviato il messaggio da solo".