Carriera, via al processo: "Inventò le minacce contro il figlio"

Il ristoratore leader di ‘IoApro’ alla sbarra: il messaggio veniva dall’account di uno dei suoi ristoranti

Pesaro, 13 luglio 2022 - Di nuovo in aula nel giro di pochi giorni. Ieri mattina Umberto Carriera è tornato in Tribunale. Anche questa volta come imputato. Dopo quello per diffamazione del poliziotto Paolo Badioli, ieri si è aperto il processo che lo vede accusato di essersi inventato delle minacce contro di lui e suo figlio. Simulazione di reato, per il codice penale. Erano i giorni caldi della protesta contro le chiusure serali dei locali come misura anti contagio. Carriera, leader del movimento "Ioapro", aveva dato vita ad azioni di disobbedienza civile decidendo di tenere aperti i suoi ristoranti. Raccoglieva consensi, ma anche attacchi. A gennaio 2021 sui suoi social rende noto di essere stato vittima di un messaggio preoccupante che rilancia: "Se domani apri, ti facciamo male. Sappiamo dove va all’asilo tuo figlio". Carriera denuncia, ma quella querela gli torna indietro come un boomerang. Per la procura è tutto falso. Lo accusa di aver fatto partire quelle finte minacce dall’account de ‘La macelleria’, uno dei suoi ristoranti.

Umberto Carriera di fronte al ristorante ‘La Macelleria’
Umberto Carriera di fronte al ristorante ‘La Macelleria’

Ieri, l’imprenditore, accanto al suo legale, l’avvocato Federico Bertuccioli, è tornato a ribadire la sua innocenza, anche attraverso Facebook: "Tutto nasce da un errore, qualcuno ha usato un profilo fake per attaccarmi. Ci sono lacune nelle indagini e lo proveremo". E ancora: "Aver vinto in Tribunale contro Conte (ndr il giudice civile ha annullato le sanzioni contro Carriera per le aperture dei locali), ha accelerato la caccia all’uomo nei miei confronti. Le intimidazioni non hanno funzionato, così puntano a fermarmi passando per i tribunali. Sono almeno 5 i processi penali che affronterò nei prossimi mesi, del tutto infondati. Ora si è aperto il secondo dei 5 e ha quasi del surreale".

E dà la sua versione: "Una delle tante persone che sui social mi minacciarono, esagerò e decisi di denunciare contro ignoti. Dopo un anno di indagini, nessun colpevole. Ma siccome quel profilo fasullo era collegato allo stesso indirizzo IP a cui ero collegato io un mese prima della minaccia, all’interno di un hotel in cui feci una conferenza stampa con oltre 50 persone, chi ha indagato, ipotizza che quel profilo sia gestito da me. Nessun’altra prova, nonostante io abbia fornito tutto quello che poteva essergli utile per rintracciare quel delinquente". Degli altri 5 processi, uno nasce della denuncia di Varotti di Confcommercio mentre un altro, annuncia lo stesso Carriera, riguarda il ministro Speranza. Insomma, prossimo appuntamento: di nuovo in Tribunale.