Casa della Comunità Progetto esecutivo ok

La struttura, con i fondi del Pnrr, diventerà il punto di riferimento socio-sanitario. Ma c’è la grande incognita del personale.

Casa della Comunità  Progetto esecutivo ok

Casa della Comunità Progetto esecutivo ok

L’ex ospedale ‘Bartolini’ di Mondolfo, attualmente Casa della Salute (con all’interno la Rsa, alcuni ambulatori specialistici distrettuali, nonché sede per le vaccinazioni e per il servizio di guardia medica, anche se quest’ultimo funzionante al momento solo nei weekend e neppure tutti), ha compiuto un passo in avanti significativo per diventare una delle 29 Case della Comunità previste dalla Regione Marche. E’ dell’altro ieri, la determina del commissario straordinario dell’Azienda sanitaria territoriale di Pesaro e Urbino, Gilberto Gentili, concernente l’approvazione del progetto esecutivo e del relativo quadro economico, che prevede un investimento di 400mila euro, da fondi Pnrr, per l’esecuzione dei necessari lavori di adeguamento sismico della struttura e per gli allestimenti.

La buona notizia, per i mondolfesi e per tutti i cittadini della bassa Valcesano, circa 25mila persone, è che a livello di risorse dal Pnrr, a questo punto, non sembra ci sia alcun problema di tempistiche. Dopodiché, però, occorrerà verificare se ai lavori sull’edificio, seguirà la necessaria dotazione in termini di personale specializzato. Col passaggio da Casa della Salute a Casa della Comunità, infatti, questo presidio dovrebbe diventare il principale punto di riferimento continuativo e di prossimità socio-sanitario, attraverso la presenza di un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti, infermieri di comunità e altri professionisti afferenti anche al sistema sociale.

La compresenza di tali professionisti, lo sviluppo di un’adeguata struttura informatica che consenta l’interazione tra questi e le altre unità del sistema sanitario e sociale, la possibilità di erogare prestazioni di specialistica di primo livello e servizi a supporto dell’utenza fragile, secondo la Regione, fanno sì che le Case della Comunità potranno garantire promozione della salute, prevenzione e presa in carico dei bisogni. Tutto, però, appare inequivocabilmente legato alla adeguata presenza numerica di medici e operatori.

s.fr.