Casciotta, rivolta contro l’etichetta a semaforo

Presentata al Vinitaly, con il ’nutriscore’ la tipicità rischia un colore sfavorevole. Cesaretti: "Il nostro grido di battaglia è: qualità bullata"

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La Casciotta d’Urbino Dop prosegue la sua battaglia anche al Vinitaly di Verona. L’antico formaggio del Ducato ha portato con sé un messaggio importante, no al Nutri-Score. Si chiedono infatti più tutele per una delle tipicità locali più amate, una delle Top regionali che assieme all’Olio extravergine e Cartoceto e al Prosciutto di Carpegna nascono in provincia di Pesaro e Urbino e viaggiano oltre i confini locali. "L’etichetta a semaforo in approvazione da parte della Ue, ideata per indicare la qualità nutrizionale complessiva di un determinato alimento, attribuisce un colore ’sfavorevole’ a prodotti come il formaggio e fornisce informazioni limitate e fuorvianti ai consumatori. Da qui il nostro grido di battaglia: Qualità bullata", sostiene Paolo Cesaretti, coordinatore della Casciotta d’Urbino Dop.

"L’etichetta a semaforo rappresenta una subdola guerra commerciale camuffata da campagna per la salute – dichiara il vice presidente della Regione Marche, Mirco Carloni – L’ennesimo atto di prepotenza perpetrato da Francia e Germania nei confronti dell’Italia. La dieta mediterranea è parte integrante della nostra identità che ci caratterizza in tutto il mondo per la qualità e la salubrità delle nostre produzioni agroalimentari. Ed è proprio questo primato che i nostri competitors europei vogliono aggredire con modalità indebite. Secondo alcune stime l’applicazione obbligatoria del Nutri-score, che l’Europa vorrebbe imporre, comporterebbe un crollo di quasi il 50% dell’export agroalimentare italiano e ciò è inaccettabile oltre che ingiusto. Attraverso un giudizio grossolano e arbitrario, l’algoritmo del nutri-score rischia di bollare prodotti iconici ed equilibrati, da sempre raccomandati in una sana alimentazione, come la Casciotta d’Urbino Dop o il Prosciutto di Carpegna Dop disincentivandone il consumo", conclude Carloni.

Una qualità antica e autentica, quella della Casciotta d’Urbino Dop. La sua storia si perde lontano nel tempo e la sua unicità era già apprezzata fin dal ‘500 e tanto amata da Michelangelo Buonarroti, che consumava nell’atto di dipingere il più grandioso dei progetti dell’epoca, gli affreschi della Cappella Sistina. L’artista, che aveva investito i proventi di una vita acquistando diverse aziende agricole a Casteldurante (attuale Urbania), si fece pagare parte della pigione in Casciotta che il suo stretto collaboratore, Francesco Amatori, detto l’Urbino, provvedeva ad inviare a Roma.

fra. pier.