Casette del sisma, la maxi inchiesta A processo anche tre aziende pesaresi

C’è la ‘Montagna Costruzioni’: "Ci siamo finiti in mezzo per i lavori che abbiamo fatto nel Maceratese". Rinvio a giudizio per 15 imprese e 19 persone, tra cui i vertici attuali e passati della Protezione civile

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Terremoto del 2016. In una delle aree più danneggiata dal sisma, l’area di Visso nel maceratese, parte la ricostruzione e per trovare una sistemazione rapida per le persone senza più un tetto, scatta un appalto-veloce utilizzando case prefabbricate, le cosiddette Sae: una delle imprese che s’erano aggiudicate i subappalti era l’impresa Montagna Costruzioni guidata da Marco Montagna, ex presidente dell’associazione industriali, e che aveva come legale rappresentante Andrea Ottaviani. La ditta pesarese aveva l’incarico della realizzazione dei basamenti in cemento dove sopra poggiare i prefabbricati evitando così le fondamenta. Ora andrà sotto processo con altre 14 aziende e 19 persone.

"Una storia che avevo messo nel dimenticatoio", dice Marco Montagna, l’erede dell’impresa che ha preso vita con il padre Giuseppe.

Ma voi come siete finiti nel mezzo di questa inchiesta?

"Noi dovevano fare le platee e cioè il basamento in cemento e gli appoggi dove poi montare le casette prefabbricate".

Il problema dov’era?

"Il problema non riguardava il nostro lavoro ma le strutture prefabbricate perché dicevano che non tenevano l’acqua piovana. In realtà, occorre aggiungere, erano state montate sotto una pioggia torrenziale. Ma sta di fatto che c’erano state delle forti lamentele per cui è partita una inchiesta della magistratura di Ancona e dentro siamo finiti tutti quanti e cioè tutte le aziende che erano coinvolte in questo lavoro".

E ora là com’è la situazione?

"Dopo le prime proteste non si è sentito più nulla, una storia finita nel dimenticatoio. Anzi credo che da quella volta siano ancora abitate e chi ci vive dentro non ha posto più problemi e non si lamenta più nessuno. Ma siccome il comparto, nel caso di Visso, era unico siamo finiti tutti quanti dentro il calderone dell’inchiesta. Una storia che per noi come impresa non ha più nessuna importanza".

I reati contestati dai giudici sono quelli a vario titolo di truffa, abuso d’ufficio e falso. All’impresa Montagna viene anche contestata la mancata certificazione antimafia. E in generale la procura mette sotto accusa la qualità dei lavori e il fatto che le ditte non avrebbero avuto le specializzazioni adeguate per costruire casette su terreni accidentanti. Tra le aziende che andranno a processo, altre due sono della nostra provincia: la Italian Window Distribution & Trading srl e la Global Window Services & Logistics di Terre Roveresche. Contestata, tra l’altro, anche una variante (per le casette di Visso), approvata con dubbie motivazioni, che evitò a una ditta pesarese di pagare le penali.

In totale l’inchiesta della procura di Ancona ha rinviato a giudizio 19 persone e le 15 aziende coinvolte nell’indagine riguardanti i subappalti. A giudizio anche per l’ex capo della Protezione civile delle Marche, David Piccinini, 55 anni, anconetano, che firmava il via libera alle fatture delle ditte per procedere poi ai pagamenti; Lucia Taffetani, 56 anni, maceratese, direttrice dell’esecuzione per la fornitura e posa in opera delle casette, e Stefano Stefoni, 61 anni, di Civitanova, responsabile unico del procedimento e oggi a capo della Protezione civile regionale. Tra gli altri nomi che dovranno affrontare il processo, c’è quello di Giorgio Gervasi, 66 anni, palermitano, presidente del Consorzio Arcale, incaricato di realizzare i moduli abitativi per gli sfollati.

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