Caso-ospedale a Fossombrone Il Comitato per la riapertura non si fida di Saltamartini

Dal confronto tra comune e assessore regionale una vera “doccia fredda“

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Sull’ospedale il Comune da che parte sta? E siamo proprio sicuri che dalla video-conferenza con l’assessore regionale Saltamartini siano venute fuori novità sostanziali? Ruota intorno a queste due domande l’ultima presa di posizione del “Comitato dei cittadini che rivogliono l’ospedale“ (mai nome fu più programmatico).

Scrive il Comitato, tra l’altro: "Sabato 19 novembre si è svolto l’atteso incontro, anche se in videoconferenza, fra l’assessore regionale alla sanità Saltamartini, il sindaco di Fossombrone e i componenti della Commissione speciale sanità, presenti all’incontro i dirigenti Asur, il nuovo presidente della commissione regionale e alcuni sindaci del territorio. Il resoconto dell’incontro, uscito sulla stampa il 20 novembre a firma del presidente della commissione Marco Bartoli, è teso ad accendere chissà quali speranze sul futuro del nostro ospedale. Invece la cronaca dell’incontro racconta tutta un’altra storia, per cui non condividiamo l’idea che stia tirando “un’aria nuova“".

Prosegue il Comitato: "Il 4 ottobre il consiglio comunale approva all’unanimità il documento della Commissione sanità con 10 richieste precise che, se realizzate, andrebbero a garantire non l’ospedale di 20 anni fa, ma quel minimo di servizi che permetta di tutelare dignitosamente il diritto alla salute. Ricordiamo che il documento aveva principalmente due obiettivi: rivedere la distribuzione nei carichi dei Pronto Soccorso di Fano e Urbino, notoriamente intasati, con un punto di primo intervento a Fossombrone presidiato da medici e infermieri, nonché riportare posti letto di medicina e di chirurgia ambulatoriale (Day Surgery)".

Secondo il Comitato "l’unica condizione" per ottenere questi risultati è che l’ospedale debba tornare a far parte della ospedaliera invece che di quella territoriale.

"Invece l’assessore Saltamartini dopo aver espresso un buon giudizio sul documento deliberato dal nostro comune definendolo “pragmatico e realistico in tutte le sue componenti“, alla specifica domanda fatta dal consigliere Gloria Mei sul futuro assetto organizzativo del nostro ospedale, ha negato categoricamente il passaggio alla rete ospedaliera, confermando che il nostro resterà ospedale di comunità e che si prevede per Fossombrone la “casa della salute“, la quale altro non è che ambulatori dei medici di base all’interno della struttura. Non nascondiamo la nostra incredulità nel constatare un atteggiamento di totale accondiscendenza con la Regione da parte del presidente della commissione e del sindaco; quest’ultimo ha persino elogiato la casa della salute come soluzione alle criticità. Dobbiamo evidenziare che l’unico sindaco presente ad esprimere le sue perplessità su questa argomentazione è stato quello di Sant’Ippolito (Marco Marchetti)".

La conclusione del Comitato: "Come si può approvare un documento in consiglio e poi non sostenerlo nel dibattito? La maggioranza vuole o non vuole perseguire gli obiettivi del documento? Vuole o non vuole battersi fino in fondo per il nostro ospedale? Noi del “Comitato cittadini che rivogliono l’ospedale“ garantiamo non solo ai 649 cittadini firmatari della petizione, ma a tutto il bacino di utenza, che ci impegneremo in tutti i modi per dare all’ospedale di Fossombrone il ruolo che merita di avere. Consapevoli che, alla fine, ognuno degli attori che ha responsabilità in questa vicenda, sarà poi giudicato per il proprio operato".