Rodari, i genitori esasperati: "Dateci dei fatti". Accuse al Comune, dialogo a rischio

"Non vogliamo perdere tempo, ma dobbiamo decidere tutti insieme" di Patrizia Bartolucci

La conferenza dei genitori dei bambini della scuola Rodari (foto Print)

La conferenza dei genitori dei bambini della scuola Rodari (foto Print)

Pesaro, 11 luglio 2014 - I genitori dei bambini della scuola Rodari sono sul piede di guerra. «Siamo stanchi di non avere risposte — dicono — ci aspettiamo un riscontro alle nostre richieste entro martedì. In caso contrario saremo nostro malgrado costretti ad abbandonare l’atteggiamento di confronto tenuto fino ad ora e a procedere per altre vie». Quali siano queste altre vie, non è stato ancora deciso. «Non possiamo essere noi del consiglio d’istituto a decidere, lo faremo con tutti i genitori se l’amministrazione ci porterà a tale punto», ha spiegato Andrea Giorgini, uno dei rappresentanti d’istituto, in una conferenza partecipata in massa dai genitori.

«Fino ad ora abbiamo ritenuto più conveniente il dialogo con le istituzioni — ha aggiunto Giorgini —, ma non vogliamo perdere altro tempo, si arriva al punto di non avere più fiducia». La principale richiesta dei genitori è che gli organi competenti svolgano analisi gratuite per 5 anni sui bambini e il personale della scuola, per monitorarne la salute, assicurando il possibile confronto dei dati raccolti. «Questa richiesta è stata approvata dal consiglio comunale, ma non trova riscontro nella bozza del protocollo fatta da Asur e Comune — ha precisato la presidente del consiglio Margherita Carletti —. In quella bozza l’Asur dà disponibilità solo ad un’azione informativa, mai è riportata la parola esami o screening. Per noi è inaccettabile, abbiamo il dovere morale di pretendere le analisi. L’obiezione dell’Asur è che non ci sono dati sul livello di stirene nei bambini, quindi, dicono, cosa ci facciamo con quei dati? Io dico che se non ci sono si creano».

I genitori chiedono anche di essere informati sul cronoprogramma dei lavori di bonifica del tetto e che un loro rappresentante di fiducia possa accedere al cantiere dei lavori. Inoltre, vorrebbero maggiori informazioni sul trasferimento in altri plessi nel caso in cui l’edifico di via Recchi non sia ancora pronto per l’avvio dell’anno scolastico. Le risposte le pretendono soprattutto dal sindaco Matteo Ricci, che accusano di poca attenzione nei loro confronti. «Gli assessori qualche volta li abbiamo incontrati e possiamo testimoniarne la buona volontà — dicono i rappresentanti —, ma non è sufficiente. Il sindaco è responsabile della salute e non ci ha fatto sapere niente, vogliamo un incontro con lui e i dirigenti in presenza dei genitori».

Notata l’assenza all’assemblea di ieri di esponenti istituzionali: «Siamo qui, nella sala rossa del palazzo comunale e chi dovrebbe venire a riferire, se ne sta nel suo ufficio», hanno commentato.«Una mamma ha fatto fare le analisi sia alla figlia minore che ha frequentato la Rodari quest’anno sia al più grande che ha lasciato la scuola l’anno scorso per passare alle medie — è uno dei casi raccontati —. E’ risultato che il più grande aveva un livello maggiore di stirene, quindi non è vero che se ne va nel tempo».

C’è anche chi ha chiesto le dimissioni della preside-assessore Giuliana Ceccarelli (“Come facciamo a fidarci di lei”) e ha accusato il consiglio d’istituto di essere stato fino ad ora troppo soft. Sono state inoltre denunciati errori commessi dall’Asur nella comunicazione ai genitori delle concentrazioni di inquinanti nelle varie aule. «Mi sono accorta guardando i reperti dei campionamenti che ci ha consegnato l’Asur e la piantina delle aule arrivata successivamente — ha detto Lucia Silvestri — che non c’era corrispondenza tra i due documenti sui valori assegnati alle classi. Ho chiesto spiegazioni a Benini dell’Asur e mi ha semplicemente chiesto scusa con la giustificazione che un tecnico deve aver sbagliato a trascrivere i dati. Ma questo significa che se decidevano di chiudere solo alcune aule avebbero chiuso quelle sbagliate».

Patrizia Bartolucci