Cassonetti, esordio con proteste "No, sotto casa non li vogliamo"

Ieri l’esordio, in parte del centro, della nuova modalità di raccolta dei rifiuti che cancella il porta a porta. E subito scattano le prime lamentele, come in via Giordano Bruno, dove i residenti chiedono modifiche

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I condomini con l’ingresso in via Tebaldi e il retro del porprio palazzo su via Giordano Bruno non vogliono i cassonetti sotto le proprie finestre. Belli, efficienti per la raccolta differenziata, comodi: tutto vero. Ma non abbastanza per averli sotto le proprie finestre o attaccati ai tavoli della piadineria. Ieri, alle 10,30, alcuni di loro si sono dati appuntamento con l’amministratore di condominio, Davide Cardellini, per fare il punto. Dieci minuti dopo sarebbe arrivato l’assessore Enzo Belloni con alcuni tecnici di Marche Multiservizi per capire i problemi posti.

Da ieri, infatti, ha debuttato la controrivoluzione dei cosiddetti lumaconi.

Cioè? Il centro storico, dopo anni di porta a porta integrale, è tornato ad avere sei postazioni di cassonetti (i lumaconi) composte da cinque cassonetti con altrettante cinque frazioni da smaltire e differenziare (indifferenziato, plastica, carta, vetro e umido). I lumaconi sono manufatti di design – ideati per il decoro urbano di città creative Unesco come Modena – e sono “intelligenti“. Si aprono con tessera magnetica, la smeraldo, che è stata consegnata alle prime 900 utenze per quella che è ora, una sperimentazione. Anche per questo, ogni postazione, è costata a Marche Multiservizi, gestore del servizio circa 50mila euro. Qualora la sperimentazione dovesse andare a buon fine, il sindaco Ricci ha già detto che la nuova modalità arriverà a coprire l’intero centro storico: cioè saranno toccate dal provvedimento 4.300 utenze. Quindi MMS dovrà acquistare altre 18 postazioni, per un investimento complessivo stimato di 1,2 milioni di euro. Ci sta se si pensa che la tessera smeraldo è il prodromo della tariffa puntuale, poiché attraverso il software integrato ai cassonetti, sarà possibile collegare il sacchetto buttato all’identità di chi lo butta.

L’ottica sarà quella – una volta ammortizzati i costi per l’impianto – di introdurre premialità in bolletta per i cittadini che sanno differenziare e multe per chi sgarra. La modalità, entrata in vigore da ieri, libera i cittadini da limiti di orario o di calendario nel conferimento: una comodità vista favorevolmente da molti. Ma c’è chi ha avuto da ridire: il neo è quello della dislocazione, come è accaduto ieri in via Giordano Bruno. "Quella è la finestra del mio appartamento – dice la signora Annamaria –: ho il cassonetto del vetro che farà certamente rumore a tutte le ore e avrò, in estate la puzza della spazzatura da non poter aprire la finestra. Andrebbero dentro San Domenico, davanti ai bagni pubblici". Sono d’accordo sia l’orologiaio Mario Rotella che Claudio Vimini, titolare della piadineria. "Non ci devo tenere i miei tavoli, ma non voglio il cassonetto attaccato". Belloni sul posto: "Per ora li stacchiamo di mezzo metro rispetto alla piadineria".

Solidea Vitali Rosati