"C’è ancora bisogno di falce e martello"

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Sono gli unici con il simbolo della falce e del martello. Ma soprattutto si sentono gli unici, autentici portatori dei valori della sinistra: lavoro, sanità, ambiente. Alle Politiche del 25 settembre il Partito comunista italiano si presenta con tre nomi: Chiara Pizzorno per l’uninominale alla Camera; al proporzionale Marco Pucci per la Camera e Gianfranco Mancini per il Senato. "Persone oneste e lavoratori che non hanno mai vissuto di politica", dicono di sé. Incontriamo Marco Pucci, 74 anni, pesarese. Ex dipendente Telecom e sindacalista con la Cgil per 20 anni. Oggi pensionato.

Cosa vi differenzia dalle altre formazioni di sinistra come Potere al Popolo, Italia sovrana e popolare...

"Sicuramente ci accomunano diversi temi, il più importante dei quali è quello del lavoro. Ma lo sforzo di ricompattare la sinistra non è mai riuscito perché malgrado ci siano le condizioni di base per stare assieme, altrove troviamo sempre ’personalismi’ che per noi, abituati come siamo ad essere un tutt’uno con la nostra base, sono percepiti come fuori luogo".

E Sinistra Italiana?

"Dal nostro punto di vista si sono ’piegati’ al Pd. Noi no"

La falce e il martello è ancora un simbolo capace di attrarre?

"Per quello che mi riguarda, il simbolo rimanda a una stagione del partito che fu quella di Berlinguer e si riassume nell’idea di costruire la moralità del paese e la capacità di rappresentatività della gente".

Ci dica il punto più caratterizzante del vostro programma, oltre al no all’agenda Draghi e alle sanzioni alla Russia.

"Si può riassumere nella frase ’più Stato, meno mercato’, in ogni possibile ambito".

b.i.