
Incontro Ecomafie. Da sinistra il già sostituto procuratore del tribunale di Pesaro Silvia Cecchi, al centro il giornalista Gianni Lannes
"Otre centomila ordigni imbottiti di iprite e d’arsenico giacciono al largo del mare di Pesaro. Bombe che nel 1944, i militari tedeschi hanno trasferito da un deposito che si trovava nelle gallerie della ferrovia di Urbino e che hanno segretamente affondato davanti alle coste pesaresi (ma anche di Fano e Cattolica), dopo un mancato tentativo di trasferirle in Germania e che ora sono soltanto a poche miglia dalla costa".
Così il giornalista d’inchiesta, Gianni Lannes, che per le sue inchieste ha vissuto con la sua famiglia sotto scorta, è intervenuto in chiusura dell’incontro che si è tenuto ieri pomeriggio alla biblioteca Bobbato, dal titolo "Ecomafie Esplosive", che lo ha visto protagonista per un confronto con Silvia Cecchi, sostituto procuratore del Tribunale di Pesaro ora a riposo. Lannes ha affrontato il tema della presenza delle bombe chimiche nell’Adriatico nonostante l’incontro vertesse sul tema delle Ecomafie. "Si tratta di bombe che giacciono su bassi fondali (12-20 metri), posizionate sotto un metro di poltiglia, circa 10 mila tonnellate di micidiale spazzatura bellica che ha trasformato l’Adriatico in una discarica di guerra. Purtroppo i primi a rimetterci sono stati proprio i pescatori, tanti hanno perso la vita". L’incontro organizzato da Anpi Pesaro e Urbino, è stato aperto dalla presidente Matilde Della Fornace: "Abbiamo invitato Gianni Lannes a parlare di Ecomafie, in una data così significativa per la lotta alla mafia, come il 23 maggio". Ad introdurre l’intervento dell’ospite su questa tematica è stata Silvia Cecchi, parlando del "traffico di armi e di rifiuti illeciti, che vedono da un lato l’importazione delle armi da parte delle mafie mentre dall’altra le esportazione di esse, ma anche dei rifiuti, dall’Italia all’estero".
Durante il suo intervento, Gianni Lannes si è concentrato sulle navi inabissate nei nostri mari cariche di armi e di rifiuti radioattivi. Navi affondate per diverse ragioni, tra cui lo smaltimento illegale e l’occultamento dei rifiuti tossici. Poi ha affrontato anche due delle pagine più controverse della storia italiana: la strage di Ustica e quella di Bologna, definite "due stragi senza verità", come riporta il titolo del suo libro.
Alice Muri