Tutti lo vogliono, nessuno lo fa. E’ una delle pagine più vergognose nella storia della nostra comunità. E’ la vicenda dolorosa del Centro per l’autismo, atteso dalle famiglie pesaresi da almeno dieci anni. Da quando cioè la politica ha iniziato a fare promesse, senza controllare che l’amministrazione sanitaria remasse nella stessa direzione delle parole spese.
Ieri, paradossalmente, a dare voce allo sdegno e alla rabbia legittima delle famiglie “beffate“ da un imbarazzante scaricabarile tra politica e tecnici della sanità, è stato il sindaco Andrea Biancani, intervenuto in Consiglio comunale. "Per evitare strumentalizzazioni e sabotaggi ci lavorerò in massima riservatezza" annuncia.
Galeotto per lo sfogo senza sconti del sindaco, applaudito dalle consigliere Tomassoli e Dominici, e apprezzato da tutto il centrodestra è stata una mozione mirata ad ottenere un aggiornamento sul destino piuttosto nebuloso, ancora oggi, del servizio. "La situazione, tocca dirlo, è paradossale – ha detto il primo cittadino volendo azzerare, con il suo affondo, una polemicuzza di retroguardia scoppiata ieri tra maggioranza e opposizione, proprio nel discutere la mozione –. Oggi non abbiamo il Centro per l’autismo a Pesaro, nonostante avessimo 400mila euro nel 2018 per farlo in via Vatielli/via Alfano in un edificio dell’Asur. Non ce lo abbiamo nonostante tutti noi abbiamo speso energie per ottenerlo, a cominciare da me e dall’assessore regionale Saltamartini il quale nel 2022 aveva presentato un progetto di fattibilità al Comune di Pesaro perché l’iniziale capienza venisse ampliata. Il Comune approvò in tempi record la variante per aumentare la capienza di quello che non era più un miraggio. Io non so chi ogni volta si mette di traverso, ma è micidiale: infatti non se n’è fatto nulla".
Anzi. Oltre a perdere credibilità davanti agli occhi dei cittadini per Biancani "si sono sprecate risorse". Il primo cittadino apre il vaso di Pandora: "Per spendere 200mila euro del Pnrr – mette in fila il sindaco – il tecnico della sanità ha sibilato la necessità di realizzare in via Vatielli la Cot (Centrale operativa territoriale, ndr) con la promessa di trovare un altro posto per il l’Autismo. La Cot è solo un ufficio con tre amministrativi: non si sarebbe potuta realizzare in via del Governatore dove ci sono 250 metri quadrati dell’Asur, totalmente inutilizzati ancora oggi? Mi è stato risposto che si sarebbero persi 200mila euro: ebbene dico che quei soldi sono stati sperperati. Anche perché il progetto di Saltamartini, se fosse andato in porto, avrebbe garantito posti, oltre che alle persone con lo spettro autistico, anche alle persone con disabilità del Centro diurno il Gabbiano. Quello di cui oggi discutiamo perché pare vada trasferito a Vallefoglia. Ma voglio ricordare vari passaggi perché anche i cittadini facciano una riflessione sul bene comune".
Quale, sindaco? "Il consigliere Dallasta ha rievocato il progetto del 2015, alla Celletta, saltato nonostante avevamo il rendering e a sostenerlo c’erano Marcello Secchiaroli e le famiglie degli autistici. Non si fece più perché i residenti si misero contro, preoccupati di svilire l’area. Ci rendiamo conto?".