ALICE MURI
Cronaca

Centro sportivo da Serie A. V-Park a Villa Fastiggi: la casa della Vis risplende

Il presidente Mauro Bosco in tour con gli sponsor nell’impianto. Ora mancano solo i collaudi e gli ultimi passi burocratici per chiudere la partita.

Un’immagine del campo al V- Park

Un’immagine del campo al V- Park

"La casa della Vis per i prossimi trent’anni", come la chiama Mauro Bosco, è pronta. Non è ancora l’inaugurazione ufficiale, ma è una sorta di battesimo di fuoco, visto anche il clima. Nel giorno della presentazione delle maglie e degli sponsor (vedi fascicolo sportivo), tutto luccica, anche sotto la canicola di questo torrido luglio. Campi perfetti, strutture all’avanguardia. Prima ancora di puntare a una Serie C di alto livello, la Vis ha un centro sportivo da Serie A. La parola ‘orgoglio’ risuona più volte. Lorenzo Campanelli, sponsor della Vis con la sua Lc mobili, attinge alle memorie di gioventù: "Ricordo di aver giocato qui una delle mie ultime partite da calciatore, a 18 anni. Era un campo di periferia, lo ritrovo un paradiso". Lorenzo Pizza, nuovo sponsor, che già in un sopralluogo di qualche mese fa se n’era fatto un’idea, usa un solo aggettivo: "Fantastico". Il presidente accompagna personalmente gli sponsor, ed è quasi un giro d’onore. Mentre i tifosi vanno alla scoperta della magnifica infilata di locali, naturalmente con aria condizionata. Tutto sa di nuovissimo, anche il vecchio perfettamente ristrutturato. Tutto sembra andare a contrasto con i vani logori e angusti dello stadio Benelli. A cominciare dalla sala stampa.

Il V-Park di Villa Fastiggi è destinato a breve a diventare il quartier generale della Vis, con il piano terra degli ampi saloni, la sala mensa, la palestra superattrezzata, gli spogliatoi dagli arredi nuovi di pacca che sembrano aspettare solo le telecamere di Sky e strappano un elogio perfino agli sponsor mobilieri (loro sì che se ne intendono), un intero piano di uffici (compreso quello del comandante Stellone), per ultimo quello del patron, con accesso diretto alla terrazza dotata pure di sky-box. Vista panoramica su tutti i campi: quelli da calcio in erba naturale e in sintetico, quello da calcetto, quelli da padel. E poi ancora il bistrot, i parcheggi sullo sfondo. Qui la prima squadra avrà il meglio a disposizione, a partire da agosto, di ritorno dal ritiro.

"Qui avranno spazio anche le giovanili – annuncia il presidente – e qui verranno a giocare squadre Primavera di livello nazionale". Come dire: il modo migliore per accoglierle. "Professionalità", "serietà", le altre parole che risuonano. Chiusi gli scavi, fatti gli allacci. Cosa manca? Giusto i collaudi, par di capire. Burocrazia spicciola, dopo i tempi spinosi dei progetti fatti e rifatti, delle varianti in corso d’opera, degli intoppi. Alla fine un’opera da 4,2 milioni, 1,2 a carico della pubblica amministrazione. Un esempio virtuoso di project financing, anglicismo su cui Pesaro ha già sbattuto il muso (vedi anche le vecchie vicende del Benelli) e che qui pare aver trovato traduzione perfetta. Si parte dalle infrastrutture – concetto caro a Bosco – per arrivare lontano.