Chalet del Mar, assolta la movida "Quelle feste non erano abusive"

Dopo 4 anni è arrivata la sentenza del Tribunale di Pesaro: "Il fatto non sussiste". Gli imputati erano accusati di aver organizzato eventi senza permessi e con partecipanti oltre i limiti

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di Elisabetta Rossi

Non erano feste abusive. Tutti assolti e con formula piena (“perchè il fatto non sussiste“) i gestori dello Chalet, Maurizio Girolimetti, Richard Mengucci, Filippo Aiudi e Pascucci Daniele, proprietario della concessione. E’ stata la stessa procura a convincersi della non colpevolezza degli imputati. Il pm ha chiesto l’assoluzione e il giudice l’ha accolta. Si chiude così a distanza di 4 anni, una vicenda che aveva sollevato un polverone, con tanto di interventi delle autorità fanesi schieratesi a difesa del locale.

Maggio 2017. Lo Chalet del Mar, meta di migliaia di giovani, stava già scaldando i motori in vista dell’estate con le prime feste. Ma arriva subito la doccia gelata. Carabinieri, polizia e guardia della finanza si presentano al locale e contestano ai gestori che quei party non sono in regola con i permessi. Lo Chalet viene chiuso. Il caso finisce subito in mano agli avvocati. Per le feste di maggio, il locale ha in mano la Scia, un’autorizzazione per manifestazioni "temporanee". Secondo gli inquirenti però quel permesso non basta. Accusano il locale di aver simulato la saltuarietà degli eventi per accedere così alla procedura semplificata e ottenere il via libera in tempi più brevi, quando invece, a detta delle divise, sarebbero appuntamenti fissi. Lo Chalet fa ricorso contro il sequestro. Il gip lascia i sigilli solo all’impianto stereo. Ma il pugno di ferro è solo alle prime battute.

Intanto i titolari chiedono e ottengono dal Comune l’autorizzazione allo svolgimento dell’attività di pubblico spettacolo per agosto. Ma anche su quelle feste arriva la censura delle forze dell’ordine. Questa volta l’elenco delle contestazione è anche più lungo. Secondo gli inquirenti, mancano requisiti di sicurezza (le vie d’accesso al locale non vengono lasciate libere, ma usate come parcheggio per auto e scooter), non c’è l’adeguato servizio antincendio, il numero degli avventori è superiore a quello autorizzato di 1200 persone circa e per i party si sarebbero allargati anche agli spazi dell’Arzilla beach village, estraneo ai permessi, di proprietà di Mengucci. E i 4 finiscono a processo con l’accusa di apertura abusiva di luoghi di pubblico spettacolo o trattenimento: Girolimetti come legale rappresentante della società Phillrich, che gestisce il locale e con lui Aiudi e Mengucci, come soci della Phillrich e anche dello Chalet del Mar srl, che è proprietaria della concessione demaniale e dell’immobile (tutti e tre difesi dall’avvocato Lorenzo Ruggeri). Stessa accusa anche per Daniele Pascucci (difeso dall’avvocato Alberto Bordoni) in qualità di legale rappresentante della società Chalet del Mar. Ma ieri il Tribunale li ha assolti. E con formula piena.