"Che fanno coi tamponi, i cotton fioc? Noi discriminati per giochi politici"

Ricci all’attacco: "L’Asur 5 li ha forniti per una iniziativa al Soroptimist ad Ascoli e a noi invece non li dà . Ma partiamo lo stesso giovedì 28, tutto pronto. Spenderemo 36mila euro che potevamo risparmiare"

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Uno scontro che è già diventato istituzionale, tra Comune di Pesaro e Regione. Il primo che accusa la seconda di aver ostacolato l’iniziativa che punta a tamponare oltre 8mila studenti che frequentano le superiori, a Pesaro. Scelta questa, accusa Ricci, contro ogni logica, anzi, addirittura "discriminatoria per fini politici".

Sindaco Ricci, la Regione ha detto che non può darvi i tamponi, sarebbe contro la legge. Problemi di vincoli ai fondi statali e problemi di privacy. Sono solo scuse?

"Sì, purtroppo sì, ne ho avuto conferma dalla vicenda di Ascoli, visto che lì la regione li ha forniti al Soroptimist, per una lodevole iniziativa simile alla nostra in due licei. Lo screening che faremo noi il 28 poteva farlo la Regione, che ha circa 600mila tamponi inutilizzati. Io ai primi di gennaio ho chiamato Saltamartini. Lui mi ha risposto: io non ho il personale per farli. E se lo trovo io, gli ho detto? Allora ok, ha detto lui. Ho cercato di risolvere il problema, difficile, di trovare medici e infermieri che potessero fare lo screening, ho trovato personale e soldi, grazie alle risorse del fondo Covid comunale. Richiamo Saltamartini. Lui mi dà l’ok. Eravamo pronti, ma lui mi dice: la Di Furia ha posto problemi. I miei gli suggeriscono la soluzione. Cioè: se il problema è che i tamponi della Regione li può usare solo la Regione, bastava creare una partnership tra noi e loro in modo che la Regione sovrintendesse all’iniziativa, senza mettere personale loro ad operare. L’assessore mi dice: ok, buona idea, mandami la lettera scritta. Ma non mi risponde mai".

Poi?

"E’ arrivata la lettera della Di Furia. Una lettera assurda, in cui si parla di ostacoli burocratici. Eppure bastava la partnership. Io tra l’altro uso personale della Croce rossa. Quindi la Croce rossa non può usare i tamponi della Regione? Non stava in piedi. Poi oggi (ieri) vengo a sapere che la regione li ha dati al Soroptimist ad Ascoli, e non li dà Comune di Pesaro. Il Soroptimist in piccolo fa quello che vogliamo fare noi. Allora è chiaro che è un gioco politico sulla pelle degli studenti. Praticamente, noi siamo discriminati. Ma che sistema è? Ci eravamo mossi con la massima collaborazione, potevamo farlo insieme, ora dobbiamo sostituirci alla Regione. E’ avvilente".

Ma nelle scuole nessuno aveva posto problemi, alla vostra iniziativa?

"No, da 20 giorni ci stiamo lavorando, ed erano tutti contenti: insegnanti, presidi, studenti, tutti i posti individuati... Poi mi bloccano. Fortuna che farò un ordine con Aspes e le farmacie comunali".

Quanti tamponi comprerete? "Calcolando 8400 studenti, e che arriviamo a 9-10mila persone compreso i docenti e tutto il resto del personale, compreremo questo numero, da usare per una volta. Divisa in due tappe: ora, il 28 e 29, e altri due giorni la prossima settimana, per farli a tutti".

Per una spesa di...

"Circa 36mila euro, solo di tamponi, che la collettività poteva risparmiare. In tutto, compresi i 40mila euro di spese per il personale, siamo a circa 70-80 mila euro. Cosa ci fa la regione con quei tamponi in magazzino, i cotton fioc?"

Poi c’è la questione vaccini...

"Io spero che arrivino il prima possibile agli insegnanti, ma c’è incertezza. E arriveranno fra mesi. Poi fino ai 16 anni il vaccino non lo fai. Quindi prime, seconde e terze restano senza. Non possiamo aspettare il vaccino per avere la scuola sicura".

"La regione ha così tanti tamponi che poteva diventare la più virtuosa d’Italia, forse gli dà fastidio che è un’idea mia. Ma non si può ragionare così. Ci sono 77 mila studenti nelle Marche. Potevi fare uno screening una volta al mese. Ogni mese. Ora vediamo cosa accade coi nostri, metti che troviamo l’1% positivi: 90 che rischiavano di infettare tutti gli altri. Perchè allora metti i bastoni tra le ruote al buon senso? Mi pare un atteggiamento infantile".

E la privacy?

"Ma scherziamo? I tamponi li fanno i laboratori privati, noi usiamo la Croce rossa, mica gli uscieri del Comune".

E in futuro questo screzio che conseguenze può avere?

"La campagna elettorale è finita da mesi. Bisogna collaborare nell’interesse della nostra terra. Senza fare ragionamenti di parte. Alle prossime elezioni, torneremo a fare campagna elettorale. Ma ora almeno per 4 anni e mezzo lavoriamo per i marchigiani. Siamo in una pandemia pazzesca. Questa è una grande occasione buttata. Spero che la regione ci ripensi. E comunque: quando hanno proposto lo screening di massa noi abbiamo collaborato. A Pesaro è anche servito. Anche se l’idea era di Acquaroli".

Alessandro Mazzanti