"Chi invia armi ha i morti sulla coscienza"

Aldo

Amati*

Per la prima volta non sono andato alle cerimonie del 25 aprile. Non volevo sentirmi costretto a urlare contro qualche oratore che avrebbe fatto le superficiali analisi della Resistenza italiana e di quella ucraina. Ha cominciato purtroppo giorni fa il nostro amatissimo Presidente della Repubblica, che ha aggirato l’art. 11 della Costituzione e il resto ("l’Italia opera in tutte le sedi per promuovere la pace") con una interpretazione superficiale della Resistenza, dicendo che la pace fu ottenuta con le armi. Dimentica che la Resistenza iniziò dopo 4 anni che la guerra era in atto, voluta dal fascismo. Per cui la lotta armata partigiana aveva il compito di "accelerare la fine della guerra e la fine del fascismo"!

Non c’era un interlocutore con cui cercare la pace. Ho letto le cose distorte dette dal presidente di Anpi Pesaro, contestate dallo stesso presidente provinciale. Ho letto l’intervista del mio stimato amico Luigi Gennarini ricordando il padre partigiano che diceva: la Resistenza non si fa con le sigarette! Vorrei dire a Gennarini che quelli che avevano fatto la Resistenza, subito dopo hanno scritto nella Costituzione che l’"Italia ripudia la guerra" non che "ripudia le sigarette"! La domanda a cui tutti dovrebbero dare risposta è: si vuole la pace o si pensa di proseguire la guerra pensando di vincerla? Se si vuole la pace serve dialogare. Altrimenti se si vuole vincere la guerra gli Usa perché non danno a Kiev una bombetta atomica? La verità è che chi invia armi sempre più potenti invece di cercare tutte le strade percorribili per arrivare a un armistizio e simili si rende responsabile di tutti i morti in più. Ma Putin non vuole la pace? Allora gli si dimostri che “tutto il mondo vuole la pace”! E su questo si insista, si elaborino soluzioni che diano garanzie di sicurezza a tutti. Condizioni eque. E l’Italia rispetti la sua Costituzione!

* ex sindaco di Pesaro