Ha tentato di salvarsi con l’ultima drammatica telefonata. Lo ha fatto trovando la forza di formulare il numero di primo soccorso, ma è stato comunque troppo tardi e i soccorritori lo hanno trovato morto. Sono le 21,30 di martedì sera. Un uomo di oltre ottant’anni sente che qualcosa non va. Si trova in casa e gli mancano le forze. Capisce che si tratta di un malore e che deve al più presto chiedere aiuto. Riesce a farlo, ma solo parzialmente. Afferra il telefono e chiama i soccorsi, riesce a pronunciare al telefono alcune parole, sufficienti per far capire che la situazione è grave e che l’ambulanza deve intervenire al più presto nella sua abitazione, di cui riesce a dare alcune notizie specifiche. Quando i sanitari arrivano però, al campanello non risponde nessuno. E il sospetto è che l’uomo non riesca ad aprire da solo, nella migliore delle ipotesi. Ma nel frattempo invece è accaduto l’irreparabile. La porta infatti non si apre e i sanitari decidono di chiedere aiuto ai vigili del fuoco, i quali giunti sul posto riescono ad entrare nell’abitazione, ma l’ottantenne viene rinvenuto senza vita nel bagno, vittima del malore la cui gravità aveva intuito e al quale voleva porre rimedio chiedendo prontamente aiuto. Ma il tempo purtroppo non è stato dalla sua parte. Per lui non c’è stato più nulla da fare se non constatarne il decesso.
d.e.