Chiesti sei anni e otto mesi per Ambera La madre di Ismaele: "Lei peggio degli altri"

Per il pm Lilliu la ragazza è colpevole: inviò alla vittima l’sms che lo fece cadere nella trappola mortale dei suoi due aguzzini

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Non voleva che uccidessero Ismaele, ma è successo. E lei era consapevole che poteva accadere dopo averlo attirato in trappola consegnandolo al fidanzato Igli Meta per un "chiarimento". Con l’accusa di concorso anomalo in omicidio aggravato, il pm Irene Lilliu ha chiesto ieri, al processo con rito abbreviato, la condanna di Ambera Saliji, 25 anni, macedone, a 6 anni e 8 mesi di reclusione, dopo averle riconosciuto una lunga serie dei attenuanti prelaventi sulle aggravanti. La ragazza, presente in aula accanto al suo difensore Giovanni Chiarini, ha ascoltato in silenzio la requisitoria per poi chiedere di leggere due paginette di suoi appunti scritti per non sbagliare. Ha spiegato di sentirsi moralmente colpevole ma di non avere colpe penali perché mai avrebbe voluto o immaginato che il suo fidanzato Igli, che lei considerava buono malgrado la picchiasse spesso per gelosia, fosse capace di uccidere per vendetta. Si dice dispiaciuta di aver inviato il messaggio trappola per attirare Ismaele nelle mani di Igli Meta ma lo aveva fatto come prova d’amore per lui, in modo di dimostrargli di amarlo ancora. Insomma, non voleva ulteriormente deluderlo dopo il tradimento di qualche mese prima con Ismaele. Questa tesi, ribadita in un incidente probatorio pochi giorni dopo l’omicidio risalente al 19 luglio 2015, le ha permesso di rimanere fuori dal processo che ha portato alla condanna all’ergastolo di Meta e di Mario Mema, il complice. Ma poi, la Corte d’Assise impose l’invio degli atti del processo alla procura per indagare su Ambera, e la successiva formulazione coatta dell’imputazione, ha portato la ragazza alla sbarra per un reato di matrice colposa, al pari di un incidente stradale, visto che si ipotizza negligenza e imprudenza, ma diversamente dell’incidente stradale, la pena segue i principi del dolo e dunque per Ambera il pm è partito da un minimo di 22 anni e mezzo di carcere scesi poi di tre volte per le attenuanti e il rito abbreviato arrivando alla richiesta di condanna a 6 anni e 8 mesi. Per la parte civile, avvocati Martines e Ciace, non ci sono dubbi sulle responsabilità di Ambera e va condannata perché non basta non immaginare le conseguenze per schivare le responabilità dei gesti, come quello di inviare ad Ismaele il messaggino trappola dicendogli di volerlo vedere sapendo che all’appuntamento sarebbe andato Igli armato di coltello visto che lo portava sempre con sé per tagliare la droga. Proprio con quell’arma, Igli sgozzò Ismaele spalleggiato dal complice Mema, legandolo alla croce di San Martino in Selvanera, dove Ismaele venne seviziato, ucciso e gettato nel dirupo. Il ruolo di Ambera, agli occhi della procura, è cambiato in particolare dopo l’interrogatorio da parte del pm Lilliu di Igli Meta, interrogatorio avvenuto nel gennaio scorso per indagini suppletive. In quell’occasione, Igli si è soffermato maggiormente sul ruolo di Ambera, fornendo una versione più specifica e ritenuta credibile dall’accusa.

Di diverso avviso la difesa. L’avvocato Giovanni Chiarini ha spiegato che non ci sono le prove per condannare la sua assistita, altra vittima di quanto accaduto e priva delle risorse psicologiche tali da avvertire il grave pericolo che poteva incombere su Ismaele". La parte civile ha spiegato invece che "esiste nel nostro diritto un principio secondo cui, in determinate situazioni, non si deve pensare per se stessi ma all’obbligo di proteggere gli altri dalle conseguenze di ciò che ci viene chiesto o che decidiamo di fare".

La mamma di Ismaele, Debora Lulli, presente come sempre, ha detto: "Ritengo Ambera colpevole più degli altri, se non avesse inviato l’sms Ismaele sarebbe vivo. Attendo che paghi per quello che ha fatto. Intanto non ho ricevuto nessun risarcimento dagli assassini di mio figlio ma vedo che hanno trovato i soldi per pagare l’avvocato Taormina". Repliche degli avvocati e sentenza previste per il 19 gennaio 2022.

Roberto Damiani

Nicola Petricca