BENEDETTA IACOMUCCI
Cronaca

Chirurgia, stop interventi per ferie e Covid: “Fate solo le urgenze”

Stretta dell’Ast in tutti gli ospedali per garantire il piano ferie natalizie e per la "recrudescenza del Covid". L’ira dei chirurghi e dei sindacati.

Chirurgia, stop interventi: "Fate solo le urgenze"

Chirurgia, stop interventi: "Fate solo le urgenze"

Pesaro, 9 dicembre 2023 – Meno interventi e meno posti letto nei dipartimenti chirurgici di tutti gli ospedali dell’Azienda sanitaria. Lo dispone una nota firmata dal direttore sanitario Edoardo Berselli, che avrà effetto dal lunedì 11 dicembre a domenica 7 gennaio, ed è motivata – così si dice – dalla "recrudescenza del Covid" e dalla necessità di reperire "risorse mediche e infermieristiche" e "posti letto in area medica".

Una disposizione che ha subito innervosito – per usare un eufemismo – i chirurghi dei vari stabilimenti, dall’entroterra fino alla costa, soprattutto in un momento in cui erano state stanziate risorse importanti (circa 2 milioni di euro dalla Regione di cui quasi 800mila proprio per gli interventi chirurgici) per ridurre le liste d’attesa.

Invece, ora, le nuove indicazioni impongono una decisa frenata all’attività chirurgica programmata e dispongono di garantire solo "urgenze, patologie oncologiche e codici A" ovvero gli interventi non differibili, cioè che non si possono rinviare. Per il resto, l’attività viene ovunque rimodulata: la Neurochirurgia di Pesaro passa a 12 posti letto (da 16); la Chirurgia a 20 (da 32); l’Urologia e l’Ortopedia vengono accorpate in un’unica Unità operativa. A Urbino, la Chirurgia passa a 18 posti letto; l’Ortopedia a 13 mentre le sedute del Blocco operatorio di Fano, Pesaro, Urbino, Pergola e Fossombrone vengono rimodulate secondo un nuovo calendario.

Ma davvero la recrudescenza del virus è tale da richiedere questo terremoto nei reparti? Secondo il monitoraggio della Regione, nell’ultima settimana ci sono stati 284 positivi in più, la settimana prima erano stati 209. Nei reparti non intensivi i ricoverati sono 51: solo 1 in terapia intensiva. Insomma, l’incidenza sale, ma siamo ben lontani dall’emergenza che pure ricordiamo bene e sappiamo quanto dirompente possa rivelarsi. Lo conferma Nadia Storti, direttore generale dell’Ast 1: "Al momento i positivi in ospedale sono ricoverati per altre patologie – spiega –. Ce ne sono in medicina e chirurgia. Ma non siamo a livelli di emergenza e di sicuro non nella fase in cui occorre disporre l’isolamento". Niente aree Covid, insomma, a meno che la situazione non peggiori, ovviamente. Ma allora perché tutte queste cautele? "E’ una soluzione temporanea – assicura –, una precauzione dettata anche dalla necessità di garantire il piano ferie natalizio. Le sedute rinviate saranno recuperate a gennaio, dopo il 7".

Il sospetto dei sindacati, però, è un altro. Si teme che dietro la scusa del Covid, che malgrado l’aumento dei casi pare comunque sotto controllo, si celi la necessità di recuperare personale. Sospetti dei quali chiedono conto ai vertici dell’Ast1. "Chiediamo – scrivono – di essere informati dettagliatamente in merito alle possibili scelte organizzative da mettere “in campo”" con particolare riferimento "al personale dipendente coinvolto". I sindacati – Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl – chiedono anche se saranno riattivati "percorsi dedicati ed areereparti covid", e nel caso "con quale personale dipendente". E poi, la rimodulazione dei posti letto "quanto personale dipendente permetterà di recuperare?" Infine, si fa notare come la scelta impatti "negativamente nella vita personale e familiare del personale dipendente coinvolto, con turni di lavoro per il mese di dicembre già ampiamente acquisiti e concordati ma che probabilmente saranno “stravolti”, senza tra l’altro conoscere una riprogrammazione chiara, e in tempo utile, dei nuovi turni di lavoro". Per non parlare degli stravolgimenti di chi magari aspettava di operarsi da mesi, e adesso che era arrivato il suo turno, si vedrà scivolare al 2024.