Pesaro, chiude Max Mara: ’rivolta’ della clientela

Dopo 20 anni sipario su uno dei negozi storici del centro. La protesta: "Sindaco, fai qualcosa". La lacrime di Cinzia, la responsabile

Le vetrine del negozio Max Mara, ieri mattina, aperte per l’ultima volta su via Branca

Le vetrine del negozio Max Mara, ieri mattina, aperte per l’ultima volta su via Branca

Ad un certo punto scendono le lacrime a Cinzia Renzi, la responsabile del negozio della Max Mara in via Branca. Il gruppo Maramotti di Reggio Emilia, titolare di questo brand della moda, una ventina di giorni fa ha dato l’annuncio che chiuderà la sede pesarese. Venduti anche i muri. Per cui non c’è nessuna possibilità di qualche ripensamento dell’ultima ora. Da venti anni, tutte le mattine Cinzia Renzi è dentro questa boutique con altre due colleghe. Non verranno messe in mobilità perché il grande gruppo emiliano ha offerto loro di andare a lavorare nei negozi della Romagna.

Venduto tutto, sia il piano terra dove c’è l’esposizione e la vendita, sia il primo piano dove c’è il magazzino. Ceduto a chi? "Non lo sappiamo – dice Cinzia Renzi – speriamo non ai... cinesi". Sulle vetrine nessun segno che uno dei più vecchi negozi di abbigliamento della città chiuderà i battenti. Da lunedì ci saranno solo gli operai per smontare tutto, vetrine comprese. Dentro il grande negozio – circa 300 metri quadrati di esposizione – anche alcune clienti che come sentono l’argomento, hanno un moto di ribellione e scatta la protesta: "Basta, il sindaco deve fare qualcosa, altrimenti questa diventa la città dove si vendono solo mutande. Non va bene, io da quando avevo 16 anni vengono a fare gli acquisti qui. Poi magari i muri li hanno venduti a qualche società cinese", dice la moglie di un professionista cittadino. Un’altra cliente si prende le pene delle commesse "che sono bravissime e sono molto dispiaciuta per loro". Una terza aggiunge: "Brave veramente, tanto che questo negozio era diventato un punto di riferimento non solo per la clientela di Pesaro, ma venivano a fare shopping qui anche dai centri dell’entroterra. E nel corso dell’estate anche chi arrivava in città per il Rof faceva riferimento a questo punto vendita della Max Mara".

"Non abbiamo messo nessun cartello fuori perché non ci piaceva – continua Cinzia Renzi – per cui abbiamo preferito avvisare tutta la clientela attraverso dei messaggini telefonici. Abbiamo avvisato che sabato era l’ultimo giorno di apertura del negozio. E devo dire che la risposta che abbiamo avuto è stata molto bella, anche perché ci hanno inviato un mazzo di fiori. Abbiamo sentito solidarietà. I budget? Sempre rispettati anche in questo ultimo mese di apertura e questo è sempre stato un negozio che non ha mai chiuso un’annata in passivo. Ma questa è una scelta aziendale".

Non viene presa bene dalle clienti: "Io sarei per fare una manifestazione in piazza per protesta", dice un’altra cliente con la borsa piena per l’ultimo shopping.

Il gruppo Maramotti di Reggio Emilia aveva aperto il primo negozio della Max Mara circa 40 anni fa, nelle vetrine che fanno angolo tra via Branca e via Zongo. Vetrine dove oggi c’è un altro brand della stessa casa di moda ‘Marina Rinaldi’. "No, i capi di abbigliamento della Max Mara non verranno venduti nell’altro negozio del gruppo, perché sono due società diverse. Noi tutto il magazzino lo dobbiamo inviare a Reggio Emilia". Ieri s’è chiusa un’altra lunga storia del commercio della città. Fra qualche settimana forse si saprà chi ha acquistato i locali – pare comunque una multinazionale che produce per i giovani – in questi grandi locali che fino a ieri ospitavano questo brand della moda femminile.