
Sulla sanità, secondo il centrosinistra, c’è poco da stare allegri. dopo due anni e mezzo che in Regione governa la destra. L’altro ieri a Villa Fastiggi, all’incontro organizzato dal Pd per analizzare lo stato dell’arte non è andato per il sottile il consigliere regionale Biancani il quale riguardo alla chiusura di Marche Nord ha gridato alla rapina e ha scaldato la platea snocciolando il ritardo sul concorso di progettazione per il nuovo ospedale di Pesaro: "Il concorso doveva essere pronto a dicembre 2022. Siamo a maggio e non c’è traccia di nulla: ancora non abbiamo scelto chi farà il preliminare. Eppure il progetto già c’era, ma hanno deciso per due ospedaletti. Pesaro e Fano si litigheranno i reparti tutti i giorni: con la pediatria è stato lampante".
Anche perché "i medici non ci sono e non ci saranno" ha chiosato l’ex governatore Luca Ceriscioli. "E non è che avremo sempre gettoni a disposizione per duplicare i servizi di qua e di là". Sulle deroghe per gli ospedali disagiati, riconosciute nelle Marche a Pergola e Cingoli (oltre ad Amandola), la consigliera regionale Micaela Vitri s’è fatta largo a colpi d’ascia definendo l’azione degli assessori Baldelli (Edilizia Sanitaria) e Saltamartini (Salute) una politica da "chi cura l’orticello di casa" essendo i due amministratori originari dei due centri. "In queste 400 pagine non ci sono le risposte concrete ai cittadini – ha detto Vitri –. Dopo l’assegnazione a Pergola abbiamo fatto incontri a Fossombrone e a Cagli dove la gente è infuriata. I primi, dati alla mano, hanno dimostrato di avere, nel loro presidio, un 30% di accesso superiore a Pergola; Cagli relativamente alla popolazione e alla viabilità ha dimostrato di avere più numeri di Pergola. Insomma è diventata una guerra tra poveri".
E, per quanto misurate, non sono state meno taglienti le critiche dettagliate del segretario provinciale Cgil Roberto Rossini. Poi Ceriscioli ha aggiunto: "Andava male? Fare peggio della destra è impossibile". Calando i dati citati dal direttore Ats di Jesi, Franco Pesaresi, nel territorio, Biancani ha aggiunto: "Secondo quanto firmato è previsto che il reparto di salute mentale a Pesaro non ci sarà più. Tutti i servizi per la psichiatria saranno su Fano: i medici faranno i pendolari. Inoltre le comunità protette di 40 posti letto, dovranno essere spostati a Mombaroccio. Quindi quei soggetti che per natura devono essere in mezzo ai cittadini per essere integrati, andranno in campagna, con la contrarietà dei parenti. Ma come si fa a fare l’ospedale di comunità per il pesarese a Mombaroccio? E’ fuori da ogni grazia di Dio: a Mombaroccio i soldi andavano impiegati per recuperare il Bricciotti, riattivare i 40 posti letto. E’ una programmazione dissociata rispetto al territorio che non tiene conto della reale esigenza dei cittadini, ma di equilibri politici. La chiusura di Marche Nord è una rapina fatta a questo territorio. La Casa di Comunità Fano non ce l’avrà, mentre quella di Pesaro sarà a Galantara. Abbiamo proposto di farla anche al San Benedetto visto che è una ogni 50mila abitanti, ma non sarà così. La convalescenza i pesaresi e i fanesi l’andranno a fare a Mombaroccio. Insomma quando avranno chiuso il cerchio, staremo peggio di come eravamo partiti".
Solidea Vitali Rosati