Seconda uscita sul paesaggio nell’alto Medioevo (anni 476-999 per convenzione). Si è detto che il paesaggio europeo andò fuori regime, al termine dell’età romana. I fattori che decretarono l’inceppamento della gestione dei fondi agricoli furono molteplici.
Fattore politico: il termine dell’impero romano d’Occidente (anno 476), le guerre greco-gotiche (anni 535-553), l’invasione longobarda dell’Italia (568). Fattore socio-economico: eliminazione della vecchia classe dirigente romana (anche di origine senatoria) dovuta alla crisi economica generalizzata e ai conflitti continui. Fattore strutturale: disgregazione materiale delle cellule di amministrazione delle campagne di età classica, ossia le ville patrizie che sovrintendevano a un capillare sistema di fattorie. Fattore climatico epidemico: convergente avvio di un peggiorativo climatico, a partire dal VI secolo, con piogge continue (un po’ come in questi giorni) che, innalzando la portata dei fiumi, crearono problemi al fondovalle di numerose aree e di una pandemia (la storia si ripete, ed è inquietante), la cosiddetta "peste di Giustiniano".
Da questa situazione, recrudescente nel VI secolo d.C., le campagne italiane uscirono prostrate e, perlopiù, "senza proprietari". L’impero d’Oriente, strappata l’Italia ai goti nel 553, avviò riforme per ricostituire il sistema di gestione fondiaria, che stava a capo dell’organizzazione delle campagne. Furono nominati nuovi ceti dirigenti, patrizi, alcuni di matrice orientale (la capitale era Costantinopoli, attuale Istàmbul). Le nuove classi vedevano attivi alti ranghi dell’esercito bizantino, così l’aristocrazia ebbe un chiaro stampo militare. Gestiva la terra e difendeva il territorio, un principio che trovò, nel pieno Medioevo, forza nel sistema feudale.
(puntata 278)
Daniele Sacco