Carabinieri
Pesaro, 3 settembre 2019 - Aveva bevuto, è vero. Ma era ad una festa al mare e sapeva di tornare a casa in bicicletta. Nessun rischio apparente insomma. Invece una ragazza di 20 anni, fanese, si è ricreduta ampiamente: è rovinata a terra nell’affrontare una rotatoria, la bici si è rotta, lei si è fatta male alle ginocchia, una sua amica che trasportava sulla canna della bici si è ugualmente fatta male tanto da finire tutte e due in ospedale per medicarsi.
Non è finita qui: per obbligo di legge, per qualunque incidente, va fatto l’alcool test al conducente. Ed è quello che hanno eseguito i carabinieri arrivati al pronto soccorso scoprendo che la ragazza era ubriaca o quasi. Aveva un tasso di alcool nel sangue di 1 g/l, quando il limite deve essere zero visto che la ragazza ha meno di 21 anni. Per questo, i carabinieri l’hanno identificata e denunciata alla procura della Repubblica per guida in stato di ebbrezza e multandola per circa 50 euro per aver trasportato una persona.
La ragazza, dolorante e incredula, con i fumi della festa che pian piano passavano, ha protestato perché credeva di poter bere un po’ di più essendo in bicicletta. Per i carabinieri, non c’erano dubbi da sciogliere: il codice della strada punisce con l’ammenda da 800 euro a 3.200 euro e l’arresto fino a sei mesi, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico tra 0,8 e 1,5 grammi per litro (g/l). Una tegola penale che può essere evitata chiedendo al giudice di espiare la pena con lavori socialmente utili.
Il principio è che ogni qual volta «...si rilevi la concreta idoneità del mezzo usato a interferire sulle generali condizioni di sicurezza della circolazione stradale...» si applica la sanzione. Pertanto, se si è alticci meglio condurre la bicicletta a mano: è l’unico modo per evitare guai in caso di incidente. La patente comunque al ciclista ubriaco non si ritira mai. Nel caso della ragazza, nessun problema: non ce l’ha.