Cittadinanza agli studenti: "Percorso difficile e tortuoso"

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Il decennale dibattito su un maggior coinvolgimento degli studenti nella vita, politica e non, della città, si allarga sempre più. Riaperto sulle pagine del Carlino da Giorgio Ubaldi, segretario del locale Partito democratico, che ha rilanciato la proposta per arrivare a una forma di cittadinanza per gli iscritti all’Università, ripreso da Oriano Giovanelli, urbinate, già sindaco di Pesaro e parlamentare, ora trova un nuovo partecipante nel gruppo consiliare di minoranza Urbino e il Montefeltro.

"Il dibattito non è di oggi – commentano Giorgio Londei e Federico Cangini –. A Urbino, nel giugno 1968, la rivista “Ad Libitum“ pubblicò un documento del Movimento studentesco che, tra le altre cose, affermò che gli studenti sono un “polmone dell’economia di Urbino“. Simili affermazioni le troviamo in altre città universitarie".

"Dopo tanto tempo e tante discussioni si è giunti alla figura del “consigliere comunale aggiunto“, con la possibilità per tale rappresentante di partecipare a tutte le sedute dei Consigli comunali avendo diritto di parola; se dovessimo giudicare i risultati, nel nostro caso dovremmo dire di aver assistito (almeno per ora) a un’assenza di presenza (e di conseguenza nel dibattito) pressoché totale. Se si vuole implementare la presenza studentesca nella vita delle città universitarie, a Urbino, così come in altre realtà, bisogna tenere conto anche degli studenti di Isia e Accademia di Belle Arti, che fanno parte, a propria volta, del sistema universitario. Noi siamo d’accordo sull’esaminare la possibilità di dare il diritto di voto – in forma ovviamente temporanea, legata al periodo degli studi – agli studenti in regola con affitti, iscrizione e tasse. Un passo difficile e tortuoso che deve partire con il piede giusto: sono i Consigli comunali a doversi esprimere con un voto, per farne richiesta a Governo e Parlamento. Allo stesso tempo, si dovrebbero incontrare tutti i sindaci delle città universitarie per uno scambio di opinioni e delineare una strategia, altrimenti sarebbe un dibattito “a perdere“. Per il caso di Urbino, riteniamo anche che nessuno debba dimenticare come la madre di tutte le battaglie sia quella di avere un decreto, da parte del nuovo ministro dell’Interno, che consentirebbe di votare nel 2024 per un numero di consiglieri determinato non sulla base dei residenti, ma su quella dello status di capoluogo di Provincia, come hanno recentemente ribadito i ministri dell’Interno e dell’Economia del Governo uscente".

"Parallelamente, continuiamo il dibattito per raggiungere una migliore integrazione degli studenti, sapendo che, se si verificasse una non unanimità di intenti, il progetto non avrebbe possibilità di essere accolto dal nuovo Governo e dal nuovo Parlamento. Ci sarebbe una falsa partenza anche se i sindaci delle città con strutture universitarie non fossero concordi. La strada non è facilmente percorribile, non per niente se ne discute da tanto tempo, anche perché le opinioni sono spesso state divergenti. Noi speriamo nel buon senso di tutti, allo scopo di giungere a una soluzione che consenta una maggiore integrazione fra cittadini e studenti, per un reciproco rispetto e maggiore vivibilità nelle città universitarie e, soprattutto, in quelle che ormai vedono gli studenti più numerosi dei cittadini, come nel caso di Urbino".

Nicola Petricca