
Dell’Agnello ammette: «. La vittoria su Pesaro ci ha ridato un grande slancio»
A volte avere un punto di vista esterno aiuta. E la lunga intervista pubblicata dal sito Lnp a coach Sandro Dell’Agnello, che sta vivendo una stagione da favola a Rimini, illumina su alcuni temi che trasversalmente riguardano anche la Vuelle.
L’equilibrio. Interpellato se avrebbe firmato per essere secondo a tre giornata dalla fine, il coach della Rbr risponde: "E’ uno scherzo? Qui la decima-undicesima può vincere il campionato: quando avremo le otto dei playoff inviterò a trovarne una più forte delle altre. O più debole". E’ un concetto espresso anche da Spiro Leka quando ha sottolineato che "quest’anno, con le nuova formula, anche la tredicesima potrebbe essere promossa in A". Ma detto dal coach della Vuelle il concetto ha perso forza perché sembrava tirare l’acqua al suo mulino, invece se arriva dal secondo in classifica gli si deve credere. Perché è la verità: non ci sarà una vera favorita quando inizieranno i quarti di finale. Il terno al lotto, per le formazioni che dovranno giocare i play-in, sarà superare lo scoglio di una o due partite secche.
Aspettative. Rimini è attesa domenica dal match chiave di Udine: se lo perde, i friulani saranno matematicamente in A. La seconda classificata, pur inziando i playoff da testa di serie, sarà delusa per l’obiettivo sfumato? "Non vale per noi, nessuna urgenza di promozione né smania di vincere subito. Quindi nessun contraccolpo. Forse poteva capitare a Udine, Pesaro, Cantù, Brindisi. Quelle che erano state date per l’obiettivo della promozione diretta". E di deluse in questo poker ce ne sono almeno tre, perché, eccetto Udine, nessuna delle altre ha possiblità di fare il salto adesso. Pesaro e Brindisi, le due retrocesse, non si sono adeguate subito alla nuova categoria, ma quella che ha più pressione addosso è Cantù che si trova per il terzo anno di fila a giocarsi tutto nei playoff e i fallimenti degli anni scorsi sono tarli pericolosi, soprattutto per chi c’era già nelle stagioni precedenti.
Il pivot. Dell’Agnello ha un gigante come Gora Camara sotto le plance, eppure non considera fondamentale la presenza di un pivot di peso, motivandola così: "Il centro lo sfrutti se hai buoni tiratori e almeno due passatori che lo innescano. Dare la palla dentro e aspettare l’uno contro uno del centro è materia finita. O hai Sabonis, oppure è palla persa, tra aiuti, raddoppi e flottaggi. Il centro che crea un vantaggio non esiste, a meno che non sappia essere pericoloso e poi capace di scaricare: il vantaggio a quel punto lo crea lui, dando un metro in più a chi tira col 40% da 3. Che rappresenta la prima opzione".
La difesa. "Vent’anni fa si cercavano giocatori per costruire una squadra capace di difendere e fare contropiede per cercare canestri facili. Ma le nuove generazioni scimmiottano l’Nba, che fino ai playoff è fasulla come il wrestling. Nessuno difende, nessuno aiuta. Oggi devi convivere dovendo apprezzare performance da due canestri consecutivi perché a quel punto che i giocatori ti danno difesa".
Elisabetta Ferri