Code a Villa Fastiggi: "Ma è mancato il territorio"

Nella roccaforte del Pd si conferma una buona affluenza: "E stavolta ci sono anche gli altri"

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Volti noti e sentimenti confusi nella piccola Stalingrado della provincia. A Villa Fastiggi c’era la coda, ieri, davanti alla scuola elementare di via Gramsci, il seggio delle percentuali bulgare, quello dove la base non ha mai tradito, ma dove stavolta c’è il senso dell’ineluttabile, di una storia comunque già scritta, pur con qualche residua speranza di mostrare che malgrado tutto si venderà cara la pelle. Ne è consapevole Luca Di Dario, consigliere comunale ieri al seggio in veste di rappresentante di lista del Pd: "Al di là di quello che dicono i sondaggi – osserva –, noi sul territorio ci aspettiamo un buon risultato". L’assenza, per la prima volta nella storia, di un nome pesarese da spendere per la campagna elettorale, ha pesato: "C’è un innegabile clima di sfiducia generalizzato, anche da parte di chi fa politica attiva: tesserati, circoli... Sono stato in un’azienda e 8 operai su 10 non avevano deciso se andare o no a votare".

E se il Pd paga la debolezza del territorio, dall’altra parte il centrodestra raccoglie i frutti della campagna nazionale portata avanti dai leader di partito: "Da noi – spiega Luca Pandolfi, rappresentante di lista di Fratelli d’Italia – c’è proprio la voglia di farsi sentire, di andare a votare. Il fatto che i candidati non fossero del territorio, che per il Pd è sempre stato un punto di forza, ha avvantaggiato noi, forti anche del traino nazionale". Da qualunque parte vadano a parare, Enrico Cesaretti è sicuro di non aver mai visto tanta gente al seggio: "Forse con tutto questo parlare di astensionismo tanta gente si è sentita toccata nell’orgoglio – dice –. A volte i cittadini sanno essere più avanti della politica". Luca Ceriscioli, anche lui in fila al seggio, da buon matematico dà un’interpretazione più pragmatica: "La gente c’è, ma è abbastanza normale quando si vota in un solo giorno". E sempre in tema di numeri e percentuali, spera in una vittoria che per il centrodestra sia almeno al di sotto di quel 60% della maggioranza dei parlamentari che lascerebbe le mani libere per fare qualunque cosa.

"La verità – dice Fernanda Fastiggi, al seggio con la nipote Marcella e il fratello Francesco – è che prima era il centrosinistra che mobilitava i cittadini. Adesso invece è la destra". Ma al di là dei numeri, che sicuramente un cambiamento lo produrranno, per Marco Bellucci, imprenditore, l’importante è che ci sia un diverso approccio nelle politiche del lavoro, dell’energia e della fiscalità. "Vivo questi problemi ogni giorno – dice –: il caro bollette, le tasse... Non vedo futuro senza una svolta vera".

Benedetta Iacomucci