Pesaro, tutti in fila per il nuovo medico. Attese e proteste al distretto sanitario

Numero di addetti insufficiente. Anche 150 persone in coda ad aspettare

Questa la protesta di alcuni utenti, anche ieri mattina, negli uffici di viale XI Febbraio

Questa la protesta di alcuni utenti, anche ieri mattina, negli uffici di viale XI Febbraio

Pesaro, 15 gennaio 2019 - Lunghe code e attese estenuanti. Sono le lamentele più ricorrenti dei cittadini che in questi giorni si rivolgono all’Anagrafe sanitaria del Distretto di Pesaro. Tutti giorni è così: un rosario interminabile di persone stipate nel lungo ed angusto corridoio del piano terra attendono il loro turno. C’è chi deve scegliere il pediatra, chi cambiare il medico di base, altri hanno bisogno di chiedere esenzioni o fare le pratiche per ottenere la tessera sanitaria, documento indispensabile per ottenere farmaci e cure mediche di varia natura. Una scena che si ripete ormai da qualche tempo in via XI Febbraio ma che è peggiorata alla fine di dicembre, quando sono andati in pensione due medici di famiglia, il dottor Gianangeli e il dottor Corbelli, a cui se n’è aggiunto un terzo, il dottor Marco Marini che cessa l’attività per altri motivi, e circa quattromila assistiti si sono trovati a cambiare medico. A rendere più caotica la situazione è anche il fatto che il numero di addetti agli sportelli cambia continuamente: ieri e venerdì scorso erano tre, ma in certi giorni ce ne sono due o anche solo uno. Come è accaduto anche il 24 e il 31 dicembre scorsi, quando davanti agli uffici si sono accumulate fino a 150 persone.

 

«Non è ammissibile dare un servizio così scadente, qualcuno deve provvedere. Perché ai disagi per leattese interminabili si aggiunge anche l’assoluta mancanza di informazione, con cittadini che vagano per i corridoi in cerca dell’ufficio a cui rivolgersi», protesta una lettrice che racconta di aver preso un giorno di ferie per fare il cambio del medico, senza tuttavia riuscirci. «Gli orari di sportello vanno dalle 8,30 alle 12,30, il giovedì anche dalle 15 alle 17 – spiega – Ma venerdì 10 gennaio gli uffici hanno smesso di distribuire i numeri per le prenotazioni alle ore 12 senza fornire alcuna spiegazione». Le difficoltà della struttura sanitaria sono evidenti, il personale manca o è mal distribuito negli uffici. Ma a quanto pare anche gli utenti fanno di tutto per peggiorare la situazione: «La gente arriva – spiega uno degli addetti - prende la prenotazione, esce e va a fare altre commissioni, poi ritorna pretendendo di passare avanti facendo infuriare tutta la fila». C’è una spiegazione anche per la chiusura anticipata degli sportelli: «Gli impiegati, se ci sono decine di persone in fila, tolgono i numeratore delle prenotazioni per poter evadere tutte le richieste entro le ore 14». Tuttavia qualche dubbio resta: se la salute è un diritto, urgono provvedimenti.