Concentrati 45 minuti, poi il riposo "Ma è difficile capire i concetti"

Dad, parlano due ragazzi, Mattia e Anass, iscritti all’Agrario: "I problemi sono soprattutto nelle materie tecniche e scientifiche". E la video-camera? "Non sempre si accende, a marzo si impallava, ora va meglio"

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Didattica a distanza e paradossi da Covid19. Ore 8, normale giornata di scuola all’Agrario Cecchi. Mentre Mattia e Anass, sono ognuno nella propria classe, col portatile sul banco i loro compagni sono collegati da casa. L’istituto brulicante di vita a tutte le ore della giornata, con 1200 iscritti tra professionale e tecnico, dopo l’ultimo dpcm conta quotidianamente non più di un centinaio di studenti in presenza. Alcuni sono Bes (bisogni educativi speciali), altri sono disabili, ma molti sono a scuola per le ore di laboratorio, sparsi tra i campi. Il programma scolastico prevede la raccolta dell’oliva. Il più delle volte, la cattedra è impegnata dal prof, il quale, si adegua ai tempi che corrono e fa lezione, in didattica a distanza, per tutti.

Praticamente anche con Mattia Montanari e Anass Qotbi, quinta e quarta classe dell’Agrario Cecchi, la lezione è da dietro il monitor. La particolarità di Mattia e Anass è che, molto prima che le Marche finissero in zona gialla, a casa non tornano: dormono a scuola. Dove vivono - Ca’ Gallo a Montecalvo in Foglia e a Ca’ Chiaruccio di Acqualagna - navigare in Rete è una odissea, tanto che la preside, Donatella Giuliani, gli ha aperto le porte del Convitto dell’Agrario: dal lunedì al venerdì vi dormono, dopo aver fatto lezione al mattino, mangiato a mensa e studiato in biblioteca. Il tutto senza mai lasciare Villa Caprile. Sono le eccezioni alla regola del tutti gli altri che fanno lezione collegati da casa. "Faccio fatica ancora ad abituarmi - dice Mattia -. La scuola è semideserta: non mi piace". "A me non dispiace. Infondo lo facciamo per noi, per poter continuare a studiare. La vedo come una cosa positiva", è invece il commento di Anass.

Per entrambi il silenzio, nell’aula vuota dove si collegano con gli altri compagni, è surreale. Paradossalmente non aiuta a concentrarsi. "No", dicono entrambi. "Con la didattica a distanza è più difficile capire - osserva Anass -. Soprattutto accade nelle materie scientifiche o in quelle tecniche. Le domande si fanno, ma si usano anche i messaggi scritti per non disturbare". Non sempre accendono la videocamera. "A marzo si impallava tutto, ora è molto meglio: la scuola ha potenziato il sistema". Ciò nonostante la videocamera resta spenta. Tra chi non l’accende, c’è anche chi fa melina. "Non tutti fanno i furbi - dicono i ragazzi - dipende da persona a persona". La norma ha trasformato gli studenti in videoterminalisti: ogni 45 minuti di attività seguono 10 minuti di distensione. Come li impiegate? "Col telefonino". E al pomeriggio? "La vita sociale è zero: impossibile giocare a calcetto e cose simili - conclude Mattia -. Studiare non mi farebbe male: avremo o no un esame di maturità anche noi?"

Solidea Vitali Rosati