Coronavirus, boom di contagi nelle Marche. "La flessione? Fra 15 giorni"

Sfondata quota 1.100. Il dottor Barchiesi: "Fra due settimane i frutti delle restrizioni, ma tutto dipende da noi"

Coronavirus, il medico spiega come cambierà il numero dei contasi tra 15 giorni

Coronavirus, il medico spiega come cambierà il numero dei contasi tra 15 giorni

Pesaro, 16 marzo 2020 - Nelle ultime 24 ore il numero dei contagiati nelle Marche ha superato quota mille. Sono 1133 i casi positivi (di cui 712 a Pesaro, 121 più di sabato) su su 2.946 campioni testati. Sono 235 i casi positivi in più su 385 campioni effettuati ed è l’incremento giornaliero più alto, in termini assoluti, registrato dall’inizio dell’emergenza Coronavirus. Negli ultimi 4 giorni l’aumento è stato rispettivamente di 113, 133, 174, fino ad arrivare ai 235 casi di ieri. Attualmente, dei 1.133 pazienti positivi 468 si trovano in isolamento domiciliare, 521 sono ricoverati in reparti non di terapia intensiva mentre 98 sono ricoverati in terapia intensiva (di cui 25 all’ospedale di Pesaro di Marche Nord).

Francesco BarchiesiDottor Francesco Barchiesi, direttore dell’unità operativa complessa di Malattie Infettive di Marche Nord, che effetto le fanno questi numeri? "Siamo certamente ancora in una fase di aumento della frequenza dei casi rispetto all’inizio dell’epidemia. A Pesaro abbiamo oltre 200 ricoverati, di cui 25 in Rianimazione e 190 in altri reparti". Quali previsioni possiamo azzardare per il futuro? "Se guardiamo l’evoluzione della situazione in Corea, c’è stata una fase lineare o addirittura sublineare verso gli inizi di marzo ( cioè la curva ha arrestato la sua progressione ed ha invertito la tendenza, ndr ): tra le fine del mese e gli inizi di aprile, considerando che c’è un ritardo di alcune settimane rispetto a loro, dovremmo trovarci nella stessa situazione". Quali sono le principali differenze tra l’Italia e gli altri Paesi? "La mortalità: da noi è più alta, ma questo può dipendere dalla tipologia della popolazione, più anziana e più fragile. L’età mediana dei pazienti positivi al Covid19 è sopra i 64 anni. Gli attuali 18 ricoverati nelle Malattie infettive sono quasi tutti tra i 60 e i 70 anni". Però sta arrivando anche qualche paziente più giovane. "Ci sono anche i giovani ma hanno comunque delle malattie importanti alla base: ipertensione, cardiopatia, diabete, obesità, patologie oncologiche. Tra i 18 pazienti ricoverati da noi ce n’è uno di 50 anni con patologia tumorale e uno di 55 che però è stato a stretto contatto con più di un paziente Covid positivo". Analizzando la curva dei contagi possiamo definire la progressione ’normale’? "Di normale purtroppo non c’è niente. Anche perché non ci è possibile confrontare questa epidemia con nient’altro di simile avvenuto in precedenza. E’ anche vero che più tamponi facciamo, più casi di positività riscontriamo. Quindi i dati di cui disponiamo sono certamente sottostimati". Quali sono i tempi di incubazione del virus? "Di sicuro sono maggiori di quelli di una normale influenza, cioè di solito 3 giorni. Per il Covid-19 parliamo di 4/7 giorni, ma un report cinese ci dice che il soggetto può rimanere contagioso e infettante fino a 30 giorni. Sono comunque casi rari. Il periodo medio sono 14 giorni, per questo per la quarantena si assume questo periodo di tempo. Ma abbiamo avuto un soggetto giovane che è stato ricoverato da noi 5/6 giorni e dopo poco meno di due settimane poteva ancora contagiare". E’ lecito aspettarsi, quindi, che all’incirca dopo due settimane dai provvedimenti che hanno limitato così drasticamente le possibilità di contatto sociale, potranno finalmente notarsi i primi segnali positivi nella progressione dei contagi? "Non è matematico. Molto dipende da quello che faremo noi, dai nostri comportamenti singoli. Noi viviamo adesso le conseguenze di quello che è avvenuto settimane fa. Allo stesso modo, i frutti delle misure di questi giorni li raccoglieremo tra due settimane circa. E quindi arriviamo a fine marzo, inizio aprile. Ma è necessario eliminare i contatti. Solo così, infatti, la carica virale diminuisce".

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