Coronavirus cura, con il farmaco anti artrite 8 su 11 migliorano

Negli ospedali di Fano e di Pesaro iniziata la sperimentazione col Tocilizumab che blocca il peggioramento

Gli operatori del pronto soccorso di Pesaro

Gli operatori del pronto soccorso di Pesaro

Pesaro, 19 marzo 2020 - Parte ufficialmente oggi a Fano e a Pesaro la sperimentazione del Tocilizumab, il farmaco per l’artrite reumatoide prodotto dalla multinazionale francese ‘Roche’ che sta dando buoni risultati nella cura del Coronavirus.

Lo studio annunciato dall’Agenzia nazionale del Farmaco (Aifa) sarà su 330 pazienti e prenderà avvio oggi per valutare l’impatto del prodotto. La notizia è rimbalzata a Fano dove da una decina di giorni si sta testando questo medicinale con dati preliminari molto promettenti. I medici, che fanno parte di un network coordinato dall’oncologo Paolo Ascierto, direttore del reparto di Terapie Innovative dell’istituto dei tumori di Napoli, sono riusciti ad avere una risposta molto incoraggiante da 8 degli 11 pazienti arrivati al Santa Croce circa 12-13 giorni fa provenienti dal pronto soccorso dell’ospedale Marche Nord.

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Le loro condizioni erano gravemente compromesse, essendo ormai destinati ad essere intubati, ma il farmaco è riuscito a ridurre la reazione infiammatoria molto ampia prodotta dal virus. L’idea è dunque che la sua somministrazione possa spegnere questa ‘cascata infiammatoria’: i dati comunque sono in via di elaborazione. La sperimentazione servirà proprio a dimostrare quante vite si possono salvare e chi se ne giova maggiormente.

Per il momento il protocollo prevede la somministrazione del Tocilizumab e, dopo l’assenza di febbre per tre giorni, la prova con il tampone che deve dare risultato negativo. A questo deve seguire un secondo test a distanza di 24 ore senza episodi febbrili. Se tutto va bene, si arriva alle dimissioni. Lo studio sarà strettamente monitorato da un comitato di clinici e metodologi indipendenti che potranno verificare l’andamento dei risultati e valutarne la rilevanza.

Due gli obiettivi: produrre dati scientificamente validi su un trattamento già in uso e tracciare un nuovo percorso aiutandone in maniera sistematica l’impatto terapeutico. Sono previsti due gruppi di pazienti ma il trattamento sarà uguale per tutti. Il primo gruppo (quello di Fano) verificherà una ipotesi di riduzione della mortalità a un mese dall’insorgenza della malattia su pazienti che abbiano mostrato importanti segni di insufficienza respiratoria.

Il secondo gruppo è stato concepito con l’obiettivo di migliorare le modalità di gestione dell’emergenza e includerà i pazienti già intubati da oltre 24 ore, oltre che malati già trattati prima della registrazione, sia intubati che non intubati.

"lI nostro deve essere un gioco di squadra – ha spiegato ieri il professor Ascierto dell’istituto Pascale di Napoli, che per primo ha somministratoto il farmaco ai suoi pazienti affetti da coronavirus – e la salute dei pazienti è la cosa che ci sta più a cuore. Andiamo avanti con il consueto cauto ottimismo e sempre consapevoli che è solo l’unione a fare la forza. E ora che inizia la sperimentazione di Aifa ce la faremo di sicuro".