Coronavirus Pesaro. Santa Colomba, morto secondo anziano

Un terzo decesso riguarda un ospite della Rsa di Mombaroccio. L’assessore: "Abbiamo altri 8 ospiti e 3 assistenti con febbre"

Santa Colomba, virus uccide secondo anziano

Santa Colomba, virus uccide secondo anziano

Pesaro, 15 marzo 2020 - Il primo morto per coronavirus nella casa di riposo Santa Colomba (composta da Casa Aura e Casa Roverella, con 240 ospiti) è di tre giorni fa. Si chiamava Giuliano Tamburini di 71 anni. Il secondo è di ieri. Si tratta di Giorgio Marinelli, 82 anni, pesarese, compagno di stanza del primo deceduto. Ma ora ci sono altri 8 ospiti anziani che hanno gravi sintomi da coronavirus: febbre e tosse. Anche tre assistenti che fanno parte del personale stanno male con i classici sintomi del virus. Per questo, l’Asur li ha sottoposti ieri alla prova del tampone con la speranza di poter escludere il contagio oppure di avere conferma dei propri sospetti.

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A Casa Roverella, che è accanto a Casa Aura dove ci sono stati i due ospiti deceduti e altre persone che stanno male, non si registrano invece casi di contagio né persone che presentano sintomi influenzali. Dice l’assessore Sara Mengucci: "Siamo in contatto con le autorità sanitarie per monitorare la situazione e avere le risposte del test appena fatto. Così come informiamo costantemente le famiglie delle persone che stanno male e di tutti gli altri ospiti attraverso dei collegamenti Skype. Abbiamo preso delle misure di contenimento per chi presenta sintomi separandoli dagli altri . Voglio ricordare che le due persone decedute avevano altre patologie pregresse. Così come il terzo deceduto che c’è stato (Duilio Mazzanti, 89 anni ndr) proveniva dalla Rsa di Mombaroccio, ed era affetto da gravi patologie. Mi hanno spiegato che la causa della morte per l’89enne potrebbe non esser stato il coronavirus. Comunque, noi abbiamo bloccato tutte le visite dei familiari a Casa Aura dal 4 marzo scorso. Come sia potuto accadere il contagio non lo sappiamo. Sono passati dunque 11 giorni dagli ultimi ingressi esterni anche se ovviamente il personale si è alternato al lavoro provenendo dall’esterno".

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Ma gli operatori che lavorano all’interno del Santa Colomba hanno lamentato pubblicamente di non aver avuto a disposizione alcuna protezione contro il rischio di contagio. Non è un caso che diverse lavoratrici intendono tutelarsi assentandosi dal servizio per malattia. A Casa Aura, 80 posti di gestione comunale ma con servizi forniti da alcune coop, come Labirinto e Nuovi Orizzonti, fino a tre giorni fa si indossavano semplici mascherine di carta di riso che si dovevano far durare il più possibile. A Casa Roverella, 160 letti gestiti dalla Labirinto, non c’era nulla per proteggersi.