Coronavirus. "Pesaro come a Wuhan, ma il fronte Marche resiste"

L’epidemiologo della Regione: "Pesaro ha avuto numeri cinesi. Il picco tra una settimana e la curva non scenderà rapidamente"

Il governatore Luca Ceriscioli

Il governatore Luca Ceriscioli

Pesaro, 23 marzo 2020 - "La provincia di Pesaro come Wuhan". Lo dice Marco Pompili. L’epidemiologo della regione Marche, l’uomo dei numeri di Luca Ceriscioli, racconta la sua visione del contagio attraverso percentuali e curve. "Pesaro ha lo stesso percorso del coronavirus in Cina ed in Lombardia. Dal primo contagiato del 25 febbraio partono i nostri numeri. Ma noi avevamo cominciato a seguire l’epidemia molto prima". L’ufficio statistica della regione Marche è in prima linea. "Adesso dormo tre ore per notte, per sviluppare i numeri ed interpretarli. Ma è da inizio febbraio che seguiamo la vicenda". Ve l’aspettavate così? "Non è un problema di aspettarsi le cose ma di registrarle. Sapevamo come cresceva questo virus, sapevamo che aveva un’espansione a livello numerico del 50% di media dei contagi. In Lombardia come in Cina. E poi nelle Marche". Cosa vi aspettate adesso? "L’incremento dei casi di contagio si è ridotto. All’inizio Pesaro Urbino, come in Lombardia, aumentava del 20% di contagio al giorno. Adesso è scesa al 10%. Se le operazioni di contenimento continueranno a funzionare avremo un calo significativo". Come in ogni percentuale dipende dal denominatore. "Appunto, da tre giorni i tamponi sono arrivati a quasi 600 al giorno, il denominatore è cambiato". Mi scusi se insisto: il picco? "Direi 7-8 giorni ancora poi avremo un riduzione che non sarà netta, gaussiana, ma il calo sarà lento". Dipendendo da cosa? "I risultati sono nelle nostre mani. Dipende come ci siamo comportati prima e ci comporteremo adesso con questi ultimi provvedimenti di contenimento". Pesaro come Wuhan in tutto? "Nei numeri sicuramente. Pesaro e Urbino da 10 giorni ha un andamento costante del 10% di incremento di casi. La tendenza simile ci dice che a Wuhan dopo altri sette-otto giorni sono scesi al 3-4% di incremento". E poi? "Lentamente si è calato ancora". Il virus guarda a sud delle Marche? "Nei prossimi sette giorni si sposta il fronte verso sud". Le statistiche cosa suggeriscono? "Che quello che è consolidato per Pesaro-Urbino ancora non lo è nella parte sud della regione. Ascoli fa storia a se, sia per l’avvio in netto ritardo dell’epidemia sia nei numeri. Oggi ad esempio Ascoli è passato da 50 a 55 casi. Macerata ha il dato più preoccupante con i suoi 280 casi di contagio. Come a Pesaro e Urbino una settimana fa. Ancona ha dati molti incostanti, sbalzi continui". Che fare? "Le province del sud devono tenere, prima avevano una crescita limitata adesso sono al 7-10%. Il fronte deve reggere". Speriamo nel calo. "Non sarà veloce, ci vuole tempo. Assolutamente". A Wuhan... "A un certo punto si è passati da 7-8 casi al giorno a 3-4. Dobbiamo sperare di arrivare presto, tutti insieme, a quella situazione". Da cosa dipende? "Un esperto le direbbe dall’applicazione della strategia di contenimento. Poi a livello statistico dipende dall’età degi abitanti, che da noi è alta, dalla densità abitativa del territorio". Sulle statistiche influiscono gli asintomatici. "O i paucisintomatici. Noi abbiamo una ‘pancia’ più ampia di asintomatici. Anche il numero dei tamponi, che adesso hanno superato i 600 al giorno e verrà ulteriormente incrementato. Abbiamo creato un modello Marche per interpretare questi nuovi dati". I numeri cosa le dicono? "Dobbiamo seguire l’esempio di Wuhan". Un presidente matematico com’è? "Ceriscioli segue tutto con grande attenzione. E capisce al volo".