L’addio di Paolo Coschiera a Marche Nord

Il noto ed apprezzato primario di Radiologia lascia l’ospedale e sceglie l’attività privata

Paolo Coschiera, primario del dipartimento di diagnostica per immagini e radiologia lascia Marche Nord

Paolo Coschiera, primario del dipartimento di diagnostica per immagini e radiologia lascia Marche Nord

Pesaro, 22 aprile, 2018 - Ha dato le dimissioni la settimana scorsa e per l’azienda ospedaliera Marche Nord è stato un vero trauma. Il dottor Paolo Coschiera, 62 anni, lascia l’ospedale.

Da dieci primario del dipartimento unico di Diagnostica per immagini e Radiologia, un reparto che è come una piccola industria dove lavorano circa ottanta persone tra medici, tecnici, infermieri, Coschiera ha presentato dimissioni irrevocabili anche se operative solo tra 90 giorni, come prevede la prassi contrattuale.

«Per chi mi conosce bene sa che è una scelta maturata nel tempo e di carattere strettamente personale. Non è un fulmine a ciel sereno», ha raccontato l’illustre radiologo al Carlino poco dopo aver presentato la lettera alla direzione. Sgombrando subito il campo: «Non voglio che ci siano possibili equivoci: i rapporti con Maria Capalbo e gli altri direttori sono ottimi».

Ma allora perchèéil dottor Coschiera se ne va? «Non non mi sento più a mio agio nel ruolo di direttore di dipartimento dove, se vuoi fare bene il tuo lavoro, devi mettere da parte l’attività clinica e dedicarti ad altro. Ma non è nel mio Dna occuparmi della gestione organizzativa di una struttura divisa su tre plessi con 32 medici e continui problemi burocratici da affrontare. Siccome amo il mio lavoro, ha fatto una scelta e non sono pentito».

Ma alla base dell’addio al lavoro nel pubblico per approdare totalmente in una struttura privata c’è un doloroso precedente.

«Quella decisione di due ani fa, di fare visite private all’esterno dell’ospedale – dice Paolo Coschiera – non è stata volontaria, ma forzata. Non avrei mai lasciato, ma non c’erano più le condizioni per lavorare serenamente».

Un’inchiesta penale arrivata fino davanti al Gip ha pesato gli ultimi mesi del medico. «Per me è davvero un elemento che mi ha fortemente demotivato e che, sommato a tutto il resto, mi ha portato alla decisione odierna. Ho dato la mia vita all’ospedale, ma sono stato chiamato a dare risposte su un’attività concordata con i miei superiori e da loro controllata. Non ho niente da rimproverarmi perchè ho seguito scrupolosamente le norme di legge. Lo prova il fatto che dal 1988, anno in cui sono stato assunto al San Salvatore, non ho ricevuto nemmeno un richiamo». Ma quell’inchiesta lo ha fortemente provato.

Il passaggio è nei fatti. «Lascio un’equipe di ottimi professionisti. Al dottor Mulazzani è già stata affidata la struttura semplice di radiologia interventiva dipartimentale, mentre la dottoressa Buroni si sta interessando di tutta la parte interventistica senologica. Nel reparto non ci sono tensioni interne». Paolo Coschiera ora lavorerà solo al centro San Pellegrino, con la direzione della Diagnostica per immagini. Ha ricevuto anche grandi complimenti dall’associazione dei primari con un’affettuosa lettera firmata dal neurochirugo Letterio Morabito. E ora? «Più tempo per mia moglie e per affrontare in bicicletta la Panoramica».

di Simona Spagnoli