"Covid, contagi come a novembre"

L’analisi di Augusto Liverani, direttore del servizio di Igiene e sanità pubblica dell’Area Vasta 1. "In ripresa le richieste per la quarta dose"

di Benedetta Iacomucci

E’ luglio, ci sono 30 gradi, ma come numero di contagi siamo ai livelli dello scorso novembre. E i positivi, nel giro di un mese, sono triplicati, o forse anche di più, visto che tanti test, magari autosomministrati, non entrano nella casistica. Facciamo il punto con Augusto Liverani (foto piccola a destra), direttore del Servizio di igiene sanità pubblica dell’Area Vasta 1, anche per capire cosa ci aspetta.

I dati sui contagi stanno risalendo. Ieri nelle Marche erano 3.686 rispetto ai 1.017 del giorno prima.

"E’ vero, nell’ultimo mese si è verificata una triplicazione delle nuove diagnosi di infezione. La maggior parte sono vaccinati, ma solo perché i non vaccinati rappresentano ormai una fetta molto piccola e quindi si verifica il cosiddetto “effetto paradosso”".

A quale precedente periodo è paragonabile l’incidenza che riscontriamo oggi?

"Questa situazione epidemiologica è paragonabile al periodo di novembre 2021. Tuttavia il dato è sottostimato, perché sono tanti ad aver avuto un’infezione non notificata ai sistemi di sorveglianza per motivi legati a fenomeni di sottodiagnosi o “autodiagnosi”".

La causa dell’ascesa della curva è la maggiore contagiosità di Omicron 5 o l’allentamento delle misure anti-contagio?

"Entrambe le cause. Per questo è comunque importante continuare a rispettare le misure comportamentali previste o raccomandate: uso della mascherina, areazione dei locali, igiene delle mani. E fare attenzione agli assembramenti".

Negli ospedali qual è la situazione?

"C’è stata un’impennata delle ospedalizzazioni nei reparti non intensivi (ieri risultavano 144 pazienti, 13 in più del giorno prima: di cui 113 in reparti non intensivi, ndr). Per questo l’Area Vasta 1 sta procedendo alla riattivazione di posti letto Covid nella struttura residenziale di Macerata Feltria. Al momento non si osserva un chiaro aumento dei ricoveri in terapia intensiva".

Quando potrebbe arrivare il picco?

"Se questa ondata seguirà le dinamiche della precedente, verosimilmente in autunno".

Aumentano i contagi ma non la letalità del virus. Il dato sui decessi resta molto basso.

"I vaccini hanno mitigato l’impatto clinico dell’epidemia. La vaccinazione continua a fornire un elevato livello di protezione contro la malattia grave e il ricovero in ospedale associati a Omicron. Dobbiamo incrementare gli sforzi per promuovere la piena vaccinazione dei soggetti che al momento non sono vaccinati o che sono parzialmente vaccinati e accelerare la somministrazione del richiamo".

Sono cambiati i sintomi e in generale le conseguenze dell’infezione. Dipende dai vaccini o dalla mutazione del virus?

"La vaccinazione ha una documentata efficacia nel prevenire le forme gravi da infezione. Nel periodo di prevalenza Omicron (ovvero a partire dal 3 gennaio 2022) le probabilità di insorgenza della malattia tra i soggetti vaccinati sono risultate inferiori dell’86%".

Molti contagiati non hanno sintomi. E molti di quelli che hanno sintomi e sono in ospedale, hanno in realtà patologie diverse e si scoprono ‘incidentalmente’ positivi. Questo può farci stare più tranquilli?

"Sì, e dipende dalla vaccinazione, che riducendo le forme clinicamente importanti, diminuisce indirettamente la contagiosità e quindi la circolazione virale".

La quarta dose, però, non ha avuto grande successo. Potremmo arrivare all’autunno completamente ‘scoperti’. Secondo lei, alla luce di questo, che autunno sarà?

"Se in un primo momento la risposta alla quarta dose è stata limitata, da qualche giorno registriamo un aumento della richiesta, molto probabilmente correlato all’incremento dei casi delle ultime settimane".