Covid, morto il padre di Ceriscioli Addio al comunista d’impresa

Era stato ricoverato in terapia intensiva poco dopo che dall’ospedale era uscito il figlio. Villa Fastiggi piange un’altra vittima: aveva 78 anni, uno dei rossi con il guizzo del capitalismo

Massimo Ceriscioli

Massimo Ceriscioli

di Luigi Luminati

L’incrocio tra il figlio e il padre è durato poche ore. L’ex presidente Luca Ceriscioli non ha fatto in tempo a tornare a casa dall’ospedale San Salvatore, che il padre Massimo, aggravatosi per il Covid, che lo aveva colpito due settimane addietro, veniva prelevato dalla Croce Rossa in gravi condizioni. Il viaggio incrociato serviva per portare il padre in terapia intensiva. Massimo Ceriscioli, imprenditore del legno, 78 anni, ha lottato strenuamente ma non ce l’ha fatta. Si è arreso dopo tre giorni, pur essendo stato intubato dai sanitari della Rianimazione di Marche Nord. Era un paziente a grave rischio, di quelli definiti con malattie pregresse. I soggetti deboli che il Covid spinge verso la morte: aveva un polmone con enfisema polmonare. "Era stato ricoverato tre settimane fa e poi, migliorando, era tornato a casa – dice Luca Ceriscioli che è appena stato dimesso dal San Salvatore dopo la polmonite virale da Covid – ma l’altro giorno è peggiorato, ha cominciato a non respirare più e lo hanno portato in terapia intensiva e intubato. Purtroppo non ce l’ha fatta...".

Villa Fastiggi è stato uno dei quartieri più colpiti nella prima ondata, la morte del padre dell’ex sindaco riapre le ferite dopo un anno. D’altra parte se ne va un sampietrano vero, un iscritto alla gioventù comunista che ha ravvivato la tradizione dei rossi con il guizzo del capitalismo. Quella che aveva tanto colpito negli anni sessanta il ministro sovietico Borios Pomomarev quando il Pci gli presentò il sindaco e il presidente della Provincia ambedue del Pci ma imprenditori di successo. Massimo Ceriscioli è stato un comunista ma anche un artigiano del mobile di successo. Prima nella RC arredamenti con il socio Albano Rocchi poi nella Prodromo con al fianco i soci fratelli Remedi. "Ha sempre lavorato duro. Da piccolo l’ho visto molto poco: mi alzavo – dice Luca – dopo che lui era andato a lavorare e andavo a letto prima che lui tornasse. Poi è diventato imprenditore ma ha sempre pensato prima per i suoi dipendenti. Ha ceduto la Prodomo perché i suoi figli pensavano ad altro".

Massimo Ceriscioli lascia la moglie Maria, i figli Luca e Roberto, e i nipoti. "Desidero ringraziare i medici e infermieri – dice la moglie Maria Ceriscioli – del San Salvatore e del Santa Croce per l’attenzione, la sensibilità, la cura e la grande professionalità con cui hanno seguito, nei suoi ultimi giorni, mio marito Massimo. Si è sentito protetto e in buone mani ed è stato grazie a persone come voi, che ogni giorno lavorano, con abnegazione, nei nostri ospedali. Grazie per il Vostro impegno e la Vostra passione da parte di tutta la famiglia". Intanto tutta la famiglia sta continuando a lottare contro il Covid: dopo che Il contagio è dilagato in tre-quattro settimane. Mentre le condizioni dell’ex presidente regionale sono migliorate e da due giorni ha lasciato l’ospedale.