Covid e rientro dall'estero, caos a Pesaro. Tensione al porto

"Non firmo l’autocertificazione": 15 turisti rischiano la denuncia

Pesaro, la polizia giovedì sera al porto per l’arrivo del catamarano

Pesaro, la polizia giovedì sera al porto per l’arrivo del catamarano

Pesaro, 15 agosto 2020 - Tensione al porto di Pesaro per l’arrivo dei turisti dalla Croazia a 18 ore dall’ordinanza del ministero della Salute che impone a chi rientra - "o propone" a seconda delle Regioni -, il tampone obbligatorio e 72 ore di isolamento fiduciario in attesa dell’esito del test. All’approdo chi non ha consegnato l’autocertificazione richiesta dall’Asur per il tracciamento ha rischiato fino all’ultimo il penale per inosservanza del provvedimento di legge. Il foglio dell’autocertificazione da compilare ai passeggeri è stato distribuito, a bordo, mezzora dopo la partenza da Lussino. La diffidenza a firmare c’è stata fino alla fine.

Vicini all’essere segnalate all’autorità giudiziaria sono state quindici persone sul totale dei 140 passeggeri scesi dalla “Krilo Eclipse” e con loro il confronto è stato particolarmente acceso. Le urla per la rabbia di chi ha vissuto la situazione come una ingiustizia hanno attirato l’attenzione dei pesaresi in relax nei locali di fronte. Agli agenti della Polizia di Stato, agli uomini della Capitaneria di Porto sono sopraggiunti quattro militari dell’Esercito. Insomma all’atmosfera paradisiaca della spiaggia di Lussino i turisti della nave "Krilo Eclipse" si sono trovati a fare i conti con la realtà di una emergenza sanitaria ancora in corso.

La situazione del resto è maturata in pochissime ore: l’ordinanza del ministero della salute emessa nella notte del 12 agosto ha dato poco margine alle autorità di andare oltre il tracciamento dei presenti. Tutti i turisti indistintamente, invece, avrebbero voluto trovare, al loro approdo, una Usca o un drive-in sanitario che potesse liberarli dal rischio dell’isolamento fiduciario di almeno 48 ore. “La mia casa non è la reggia di Caserta – osserva un padre che con la moglie ha fatto una gita giornaliera lasciando a Rimini i figli adolescenti -. Capisco che dovremo isolarci dagli altri componenti della famiglia, ma non sarà facile. Dopo ferragosto lavoriamo: come faciamo se non ci hanno fatto il tampone?. Abbiamo impegni da rispettare. E per cosa poi? Per l’ escursione di un giorno? Se avessimo saputo questa mattina delle complicazioni che si sarebbero prefigurate al rientro, non saremmo partiti. Ma nessuno ci ha avvisato".

La società che organizza il trasporto turistico, presente allo sbarco anche con la security, ad ogni recriminazione dei “giornalieri” ha affermato il contrario, ripetendo allo sfinimento, di aver dato tutte le informazioni necessarie. E anche lì il dibattito s’è avvitato in un crescendo tra gli insulti. "Il nostro terrore – spiega un pesarese – è che l’Asur non riesca ad assolvere alle 48 ore per farci il tampone e alle 72 ore per darci la risposta. Insomma è necessario che le tempistiche siano rapide. Cosa pensano che dovremmo fare? Aspettare quanto?".

Insomma molto più del Covid19 la preoccupazione, a scaldare gli animi dei turisti, è stata quella di finire nella macchina da verifiche, test, controlli, dichiarazioni...e chi ne ha più ne metta e di non uscirne in tempo senza danni. Ad accendere la miccia tra i turisti scesi dal pontile la prima sera di attuazione del provvedimento è stato questo scenario, per molti da incubo, balenato nella testa di tanti. "Il fine è la tutela della salute pubblica contro il rischio di contagio da Covid – ha osservato il comandante della capitaneria di Porto, Maurizio Tipaldi –. Abbiamo chiesto all’Asur riguardo l’ipotesi di tamponi rapidi, ma questa ha risposto che non è era cosa possibile. Le misure disposte dall’unità sanitaria locale prevedevano l’autocertificazione coerentemente con la comunicazione immediata richiesta dal Ministero. Quindi, una volta consegnata, le persone non devono fare altro che attendere il contatto dell’Asur di appartenenza. La maggioranza dei turisti, alla fine l’ha capito: su 140 solo 15 hanno rischiato fino all’ultimo di prendersi una denuncia". Dopo due ore tutti se ne sono andati trascinando trolley e borse da mare non meno perplessi su quanto li aspetta, ma intenzionati a lasciare il porto per tornarsene a casa almeno per mezzanotte.

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