
Rocco Palombella dei metalmeccanici con i delegati della Uil all’hotel Flaminio
Piovono una trentina di richieste ogni settimana di cassa integrazione dalle piccole aziende, soprattutto dell’artigianato, che operano come terzisti nel settore della meccanica. Sono i danni collaterali della crisi di un settore che occupa in provincia circa 14mila addetti. La situazione del comparto pesarese è stata discussa nel corso di una assemblea della Uil metalmeccanici provinciale che si è svolta all’hotel Flaminio alla presenza del segretario nazionale di categoria Rocco Palombella.
"Per trovare nel pesarese lo stesso valore di cassa integrazione del 2024, fatta eccezione per il periodo Covid, e cioè 6 milioni e mezzo di ore di cassa autorizzata – ha detto Palombella – occorre tornare indietro di 10 anni". Una assemblea organizzata per fotografare la situazione ma anche per parlare del rinnovo del contratto nazionale di lavoro (280 euro in più al mese spalmati su 3 anni) perché è stato messo in calendario per venerdì prossimo un altro sciopero generale di otto ore in tutta la Provincia.
In attesa di capire come evolve il mercato sia a livello nazionale che internazionale, "i gruppi più strutturati si sono alleggeriti mandando a casa gli interinali e allo stesso alcune produzioni si sono riportate all’interno", dice Paolo Rossini, segretario provinciale. Tanti e in tante aziende gli interinali: dalla Biesse fino ad arrivare ai 5 anni senza un contratto a tempo indeterminato alla Benelli Armi, per toccare infine i 7 anni all’Alluflon, azienda da ormai qualche anno sotto il controllo di una multinazionale cinese.
L’orizzonte non è dei migliori. "In qualche azienda gli ammortizzatori sociali sono finiti o stanno per finire e per questo si sta iniziando a ragionare su quelli che potrebbero essere i ridimensionamenti definitivi con conseguente riduzione e licenziamento del personale".
Il quadro del settore, secondo i dati forniti dalla Uil, è questo: in provincia il comparto metalmeccanico "è formato dall’85% da aziende al di sotto dei 50 dipendenti e il 90% sotto i 10, e la cassa integrazione è aumentata del 32% nel 2024 rispetto al 2023. Alla presenza di circa un centinaio di delegati Uil, Rocco Palombella, che aveva al fianco il segratario provinciale Paolo Rossini, ha anche aperto un fronte che da anni è al centro delle proteste dei sindacati: il gruppo Vag che fa capo alla famiglia Vitri.
"Questo gruppo di cui fanno parte la Rivacold e la Vitrifrigo – ha detto Palombella – che insieme contano 1500 dipendenti, rappresenta la seconda realtà metalmeccanica più importante del territorio e, nonostante i numeri in costante aumento e il prestigio internazionale di cui gode, ha scelto di ridurre al minimo le relazioni sindacali escludendo, tra le altre cose, la possibilità di iniziare una contrattazione per un premio integrativo aziendale più volte richiesta dal sindacato". Un gruppo, quello guidato da Alceste Vitri, nel mirino dei sindacati perché l’ultimo sciopero di categoria, il mese scorso, per il rinnovo del contratto, ha visto un solo presidio davanti alle fabbriche ed è stato fatto davanti alla sede della Rivacold a Montecchio. Palombella non fa mistero della situazione degli operai "e quindi bisogna mettere nelle tasche dei lavoratori più soldi perché altrimenti i consumi si fermano".
m.g.